Un emendamento del Governo alla Legge di Bilancio 2018 sancisce lo stop all’ aumento della età pensionabile per i lavori gravosi

Dal 2019 si potrà andare in pensione a 67 anni, 5 mesi in più rispetto all’attuale normativa, ma per l’ aumento della età pensionabile per i lavori gravosi è giunto lo stop.
Stabilito dal Governo per diverse categorie di lavoratori, lo stop all’ aumento della età pensionabile per i lavori gravosi, ovvero per tutti coloro i quali hanno impieghi particolarmente usuranti, è ora realtà.
Il piano pensionistico dell’esecutivo è stato presentato con un emendamento in Commissione Senato. Avrà un costo di 385 milioni in quattro anni.

La decisione dello stop all’ aumento della età pensionabile per i lavori gravosi sarà importante per diverse categorie di lavoratori.

Queste saranno, nello specifico: infermieri e ostetriche; maestre/i di asilo nido e scuole dell’infanzia; macchinisti ferroviari; camionisti; conduttori di gru, autogru su autocarro, cestelli con piattaforma aerea, carrelli industriali; muratori; facchini; badanti; addetti alle pulizie; addetti alla raccolta di rifiuti; conciatori di pelli; operai e braccianti agricoli; marittimi; addetti alla pesca; siderurgici e lavoratori del vetro.
Sulla base di quanto deciso dal Governo, il primo scatto dell’età pensionabile, potrebbe essere meno rigido del previsto per effetto di un meccanismo transitorio.
Questo regime più favorevole però riguarda solo il 2021.
Nel frattempo, diversi partiti saranno in piazza il 2 dicembre prossimo per la manifestazione organizzata dalla Cgil, dopo la rottura delle trattative sulle pensioni con il Governo.
Ad aderire saranno il nuovo Mdp-SI-Possibile e Campo Progressista di Giuliano Pisapia. La Cgil di Susanna Camusso, invece, non aveva voluto firmare il documento governativo sulle pensioni che prevede dal 2019 l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni, l’esenzione per le 15 categorie di lavoro ‘gravoso’ e la proposta di aumento di tutela per donne e giovani.
Questo perché tali interventi sono stati giudicati insufficienti. Secondo la Uil, invece, si tratta del massimo risultato possibile viste le risorse in campo, mentre la Cisl è soddisfatta.
In totale sono 18 le proposte del Governo presentate in Commissione al Senato.
Tra gli altri temi, ci sono quelli sulle indennità di disoccupazione, il congedo per le donne vittime di violenza, il progetto per Pompei, le Capitanerie di Porto, il personale Ata (amministrativo, tecnico, ed ausiliario statale) nelle scuole. Ma anche il progetto di una fondazione per la cultura ebraica, il progetto scuole belle, gli Lsu di Palermo.
Ancora assente, però, l’estensione dell’ape sociale. Si attende infatti di conoscere quali siano le risorse residue da poter dedicare a questo tema l’anno prossimo.
 
 
 
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