Nel corso della sua lectio magistralis dal titolo “30 anni di igiene ospedaliera al Policlinico Gemelli”, Ricciardi ha sottolineato l’importanza della prevenzione in tema di infezioni ospedaliere.

Si ritorna a parlare di un argomento sempre attuale nella sanità italiana: quello della igiene ospedaliera e delle relative infezioni in corsia.

Il tema è stato al centro della lectio magistralis tenuta il 27 aprile scorso da Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di Sanità.

“30 anni di igiene ospedaliera al Policlinico Gemelli”, tenuta a Roma nell’aula Brasca della Fondazione Policlinico universitario Gemelli -Irccs, per l’inaugurazione della XIV edizione del master universitario di II livello “Sepsi in chirurgia” promosso dall’Università Cattolica, è stata l’occasione per riflettere – ancora una volta – sul tema della igiene ospedaliera.

“Costi umani, sanitari ed economici, che derivano da comportamenti sbagliati e organizzazioni carenti – ha dichiarato Ricciardi – possono essere prevenuti tramite una migliore cultura da parte degli operatori”.

Come riportato da Sanità24, secondo Ricciardi nel nostro Paese “ci sono settemila decessi evitabili collegati alle infezioni ospedaliere, con un costo aggiuntivo pari ad un miliardo di euro”.

Numeri che danno da pensare, questi. Anche perché – secondo il presidente dell’Iss – il semplice lavaggio delle mani è “la singola procedura più importante che riesce a prevenire da sola il 40% delle infezioni ospedaliere”.

Una proceduta semplice che spesso non basta, però. E ciò in quanto “è importante anche la prevenzione tramite disinfezione e la sterilizzazione”.

All’intervento di Ricciardi ha fatto seguito una tavola rotonda con le testimonianze di esperti del Gemelli e della Cattolica.

A intervenire sono stati gli intensivisti Massimo Antonelli e Mariano Pennisi e l’ematologo Andrea Bacigalupo. Con loro erano presenti l’infettivologo Roberto Cauda, il chirurgo d’urgenza Daniele Gui e il microbiologo Maurizio Sanguinetti.

Gli esperti hanno parlato di come gli eventi epidemici abbiano modificato l’assetto geo-politico dell’Europa.

Al direttore sanitario della Policlinico A. Gemelli, Andrea Cambieri, sono state poi affidate le conclusioni dell’incontro. Cambieri ha definito il ruolo della Direzione Sanitaria nella prevenzione della sepsi in chirurgia.

Considerata, dunque, l’attualità del tema, il Master Sepsi in Chirurgia si propone di individuare un percorso multidisciplinare e unitario. Al centro del master vi sono la èrevenzione, la diagnosi e la terapia delle infezioni ospedaliere.

Il master è diretto da Gabriele Sganga, docente dell’Istituto di Clinica Chirurgica dell’Università Cattolica. Sganga è anche chirurgo della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma.

“Riconoscendo la validità e la fondamentale importanza degli avanzamenti tecnologici – dichiara Sganga – non vi è dubbio che, al di là della prevenzione, la vera e più efficace terapia per affrontare la sfida contro la sepsi è la conoscenza epidemiologica dei fattori di rischio, dei dati microbiologici, della fisiopatologia delle infezioni e di saper approntare iter diagnostici rapidi ed efficaci, applicando strategie chirurgiche appropriate”.

 

 

 

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