Le indagini hanno appurato che l’uomo, rinviato a giudizio per aver impiantato una protesi non sufficientemente stabile, era un odontotecnico

Si era sottoposta alle cure di un dentista consigliato da un amico per la sostituzione di una vecchia protesi. Il lavoro, tuttavia, le aveva causato numerosi problemi. La paziente, una signora veneta di 75 anni, era quindi tornata presso lo studio odontoiatrico, ma del medico non c’era più traccia. La signora, che peraltro aveva liquidato l’intera parcella, aveva quindi deciso di ricorrere alla vie legali a causa dei danni subiti. Una visita medico legale aveva appurato l’applicazione di una protesi non sufficientemente stabile, né congruente con i monconi sottostanti.

Ne erano derivate una serie di complicazioni (infiltrazioni, carie, rammollimento dei moncini, compressione delle papille e dei margini gengivali), che inevitabilmente avevano influito sulla qualità della vita della donna.

Nel corso delle indagini preliminari gli inquirenti hanno scoperto che il presunto dentista in realtà non aveva neppure la qualifica per esercitare la professione.

Secondo quanto riportato dalla Nuova di Venezia,  l’indagato sarebbe semplicemente un odontotecnico; quindi, una figura professionale non autorizzata a operare direttamente sui pazienti. L’inchiesta ha evidenziato che l’uomo si era offerto di vendere lo studio di un amico dentista andato in pensione. Nel frattempo, tuttavia, aveva continuato ad esercitare nell’immobile, lasciando credere alla clientela di essere un vero dentista.

Il falso dentista è stato quindi rinviato a giudizio per il reato di lesioni colpose. Contemporaneamente, a suo carico è stato aperto un procedimento per esercizio abusivo della professione medica.

La paziente si è costituita parte civile per essere risarcita. Il danno, tenuto conto delle cure cui è dovuta ricorrere per rifare la protesi, ammonterebbe a circa 50mila euro. Il processo ha preso il via nei giorni scorsi davanti al Tribunale di Venezia. A dicembre si terrà una nuova udienza in cui saranno sentiti i consulenti dell’accusa e della parte civile, oltre ai testimoni.

 

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