La Corte di appello di Firenze ha fatto chiarezza in merito alla spese di lite al chiamato in garanzia dal convenuto con una specifica sentenza

Con la sentenza 1761/18, pubblicata dalla seconda sezione civile della Corte di appello di Firenze (consigliere relatore Simonetta Afeltra), i giudici hanno fatto il punto in merito alle spese di lite al chiamato in garanzia dal convenuto.

Secondo i giudici, infatti, quando la domanda è rigettata, l’attore deve essere condannato a pagare le spese di lite anche al chiamato in garanzia dal convenuto.

Ciò in virtù della piena applicazione del principio di causalità laddove la presenza del terzo in giudizio si è resa necessaria in relazione alle tesi sostenute dalla parte e rivelatesi infondate.

La vicenda

Nel caso di specie, la controversia è sorta per il trasporto dalla Spagna al porto di Livorno di componenti da destinare a una centrale elettrica, con relativa questione di giurisdizione.

Ebbene, la pronuncia del tribunale di Livorno è confermata anche sul capitolo delle spese di lite.

A meno che non si renda necessaria la compensazione degli oneri, il criterio della soccombenza opera anche per individuare chi deve sopportare le spese del chiamato in garanzia. Oppure, anche del terzo interveniente.

E questo pure quando nei suoi confronti non sia stata proposta alcuna domanda o emessa alcuna pronuncia di merito.

Pertanto, le spese processuali del chiamato o del terzo interveniente che non è rimasto soccombente, devono gravare sul soggetto che è rimasto soccombente. E questo, attore o convenuto che sia.

Più nello specifico, è necessario che la liquidazione delle spese processuali sostenute dal terzo chiamato in garanzia sia posta a carico della parte, rimasta soccombente, che abbia dato causa alla chiamata.

Al contrario, non rileva rilevando la mancanza di una istanza di condanna in tal senso.

Infine, afferma la Corte d’appello, la decisione del primo giudice è una applicazione del principio della soccombenza ex articolo 91 Cpc.

In conclusione, all’appellante non resta che pagare.

 

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