Omissioni sugli ingredienti, informazioni poco chiare: chi, sulle etichette alimentari, verrà meno agli obblighi di correttezza e trasparenza rischierà multe molto elevate.
Multe da 500 a 40 mila euro: è quello che si rischia in caso di omissioni sulle etichette dei prodotti alimentari.
A ricordarlo è Coldiretti che ha sottolineato come ormai siano entrate in vigore le norme che prevedono l’obbligo di indicare l’origine in etichetta dei derivati del latte, del grano nella pasta, riso e nei derivati pomodoro.
Come specificato da Coldiretti, infatti, la normatica europea non è chiara. Essa “obbliga ad indicare l’etichetta per la carne fresca, ma non per quella trasformata in salumi, per la frutta fresca, ma non per i succhi”.
Ebbene, è su questo fronte che si vuole focalizzare l’impegno di Coldiretti che ha dato avvio a una mobilitazione popolare, con l’hashtag #stopcibofalso.
Lo scopo è sensibilizzare anche l’Unione europea per fermare il cibo falso e proteggere la salute, tutelare l’economia, bloccare le speculazioni e difendere l’agricoltura italiana.
Ma qual è la situazione in Italia per chi omette informazioni importanti sulle etichette dei prodotti alimentari?
In caso di omissioni o bugie sugli ingredienti o sulle caratteristiche dei prodotti scattano le sanzioni e sono molto salate. Si va da 500 a 40mila euro di multa.
Le novità sono sancite dal decreto legislativo 23 del 15 dicembre 2017. Quest’ultimo dà attuazione alla disciplina dell’Unione europea di tutela dei consumatori.
Il provvedimento in questione riguarda due elementi precisi.
Da un lato, l’indicazione di origine dell’ingrediente principale se prevista. Dall’altro, la data di scadenza, la presenza di allergeni, la dichiarazione nutrizionale e le caratteristiche del prodotto (bio o vegan, ad esempio).
L’obiettivo è combattere la concorrenza sleale a tutela dei consumatori, stabilendo anche un’eventuale valutazione delle infrazione in sede penale per fatti particolarmente gravi.
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