Individuata con il contributo dei ricercatori italiani una immunoterapia efficace nella lotta al tumore del sangue
Ancora buone notizie nel campo della ricerca contro il tumore. Uno studio presentato a Washington nel corso dell’incontro annuale dell’American Association for the Advancement of Science (AAAS) – e che è stato realizzato con il contributo della ricerca italiana – illustra le potenzialità di una terapia immuno-cellulare che ha trovato grande risalto sulla stampa internazionale e che potrebbe costituire una vera svolta nella lotta al tumore.
Si tratterebbe di una nuova terapia rivoluzionaria che non solo riuscirebbe a sconfiggere la malattia, ma funzionerebbe anche da vaccino contro le ricadute. In sostanza, l’idea è quella di modificare geneticamente i linfociti T e trasformarli in “cellule killer” che il nostro sistema immunitario può sfoderare contro il tumore. L’idea alla base, quindi, è quella di utilizzare questi linfociti modificati come fossero una sorta di farmaco vivente, con un valore in più: restando in circolo nell’organismo, sarebbero in in grado di contrastare il tumore anche in caso di ricomparsa, proprio come un vaccino.
I ricercatori hanno potuto osservare una remissione nel 94% dei pazienti affetti da leucemia linfoblastica acuta che hanno partecipato al trial.
Cruciale in questa scoperta, il ruolo di un team del San Raffaele di Milano, struttura assolutamente all’avanguardia nella ricerca sui tumori e che solo qualche giorno fa si era reso protagonista indi un’altra scoperta, riguardante stavolta la leucemia linfatica cronica .
“E’ davvero una rivoluzione. I linfociti T possono sopravvivere nel nostro corpo per tutta la nostra vita – ha spiegato Chiara Bonini, vicedirettore della Divisione di Immunologia, trapianti e malattie Infettive del San Raffaele – Immaginate di utilizzarle come immunoterapia contro il cancro. Le cellule T possono ricordare il tumore e prepararsi a contrastarlo se si ripresenta”.