La presidente della Federazione nazionale dei Collegi degli infermieri Ipasvi tuona contro i media: “E’ assurdo e inaccettabile gettare nel fango un’intera categoria professionale”

“E’ ora di smetterla con una informazione inesatta e generalista che colpisce indiscriminatamente e, purtroppo, con eccessiva frequenza, una categoria di professionisti che sono invece riconosciuti da tutti, per primi i pazienti che esprimono quotidianamente il loro altissimo apprezzamento, come tutori dell’integrità psicofisica e sociale degli assistiti, soprattutto se fragili”. Barbara Mangiacavalli, presidente Ipasvi replica duramente ai mezzi di informazione che in questi giorni hanno affrontato vicende di cronaca pesanti come quelle del centro di riabilitazione di Grottaferrata e di Decimomannu.
“…a Decimomannu – precisa la Mangiacavalli- di infermieri su 14 indagati, sospesi dai pubblici uffici per ‘soli’ sei mesi, ce n’era uno solo e la loro professione non è certo sinonimo di altre responsabilità.”

“Oggi pomeriggio il consiglio direttivo del Collegio Ipasvi di Cagliari – precisa a tal proposito il presidente Pierpaolo Pateri – si riunirà immediatamente e dal momento che le responsabilità sono state accertate, procederà con la sospensione dall’albo professionale che impedisce fino alla sentenza l’esercizio della professione. Poi, quando ci sarà la condanna – l’accusa per l’infermiere è di maltrattamenti in famiglia e lesioni –scatterà la proposta di radiazione definitiva. Non è infermiere chi tradisce così la professione e il giuramento che per questa ha fatto – tuona Pateri – e soprattutto non è infermiere chi tradisce quel patto con i cittadini che è alla base della nostra attività. Le mele marce rovinano la professione, e gli infermieri, quelli veri, non tollerano paragoni di questo tipo e soprattutto non accetteranno mai che i pazienti possano avere anche il minimo dubbio su quello che gli infermieri sentono come primo compito: prendersi cura di loro”.

Ma la presidente Ipasvi insiste sulla necessità, da parte dei media, di un’informazione più precisa e dettagliata richiamando alla “responsabilità” giornalisti e direttori di testata.
“Il principale fraintendimento dei mezzi di comunicazione, che ha raggiunto ormai livelli odiosi e intollerabili – sottolinea ancora la presidente della Federazione Ipasvi – avviene quando si utilizza la qualifica di infermiere, che appartiene a oltre 430mila professionisti della salute laureati e integerrimi, attribuendola erroneamente a personale ausiliario, a operatori sociosanitari o ad altri operatori tecnici che, negli ultimi casi di violenza sui pazienti, si sono tacciati di azioni ignobili non solo per un’attività sanitaria, ma anche e soprattutto dal punto vista umano e morale”.

“I direttori delle testate nazionali e locali, delle radio, delle televisioni e delle agenzie – aggiunge Mangiacavalli – responsabili di ciò che da esse viene diffuso, dovrebbero intervenire, così come intervengono i responsabili della nostra professione, per scongiurare ulteriori pestaggi mediatici nei confronti di professionisti che, per come operano ogni giorno a fianco dei più deboli, certamente non lo meritano”.

E non manca l’appello un appello rivolto alle istituzioni: “E chiedo ancora – conclude Mangiacavalli – anche un intervento diretto e immediato delle istituzioni e del ministero della Salute per primo che vigila sulle professioni sanitarie, perché fa parte dei loro compiti difendere e tutelare l’immagine di un servizio pubblico che opera solo nell’interesse dei cittadini e degli operatori che ne fanno parte e ogni giorno dedicano se stessi, anche dal punto di vista umano e non solo professionale, alla salute dei cittadini”.

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