Mangiare peperoncino fa bene alla salute. Non si tratta certo di una novità, eppure gli studi su questo potente spezia, conosciuta in tutto il mondo, non si fermano.
Un recente studio condotto a livello internazionale parrebbe mettere in discussione questo noto luogo comune.
La ricerca condotta da Zumin Shi, associato presso il College of Health Sciences dell’Università del Qatar, avrebbe individuato un particolare legame tra il consumo di peperoncino e l’aumento del rischio di demenza negli uomini.
A tal proposito gli studiosi, avrebbero analizzato circa 4500 soggetti adulti di nazionalità cinese, tutti di età compresa o superiore ai 55 anni. Il risultato? Pare sia emerso un “declino cognitivo” più frequente e veloce in coloro che abbiano assunto più di 50 grammi di peperoncino al giorno.
Gli stessi ricercatori si sono detti stupiti da questa nuova indagine, dichiarando che se in passato il consumo di piatti a base di peperoncino era risultato benefico per il peso corporeo e la pressione sanguigna, la nuova ricerca rivela dati allarmanti.
Ma perché il peperoncino è da sempre stato considerato un potente alleato della nostra salute?
La vitamina C e la capsaicina, il principio attivo che dà il tipico sapore piccante, accelererebbero il metabolismo, la perdita di grasso oltre ad inibire i disturbi vascolari. A tali benefici sarebbe, inoltre, associata anche una importante azione antiossidante.
È noto infatti, che il consumo di peperoncino combatte i radicali liberi rallentando l’invecchiamento cellulare, così proteggendo il nostro corpo da infezioni da parte di agenti patogeni, stimolando la sintesi di anticorpi.
Secondo gli studiosi, tuttavia, le persone con peso corporeo nella norma potrebbero essere più sensibili all’assunzione di peperoncino rispetto ai soggetti in sovrappeso, quindi la loro memoria e il loro peso subirebbero un impatto maggiore.
Nessun allarmismo. Si tratta infatti, soltanto di un primo studio. Si attendono dunque, conferme e magari … smentite.
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