La Procura di Lecce che ha disposto lo svolgimento dell’esame autoptico per chiarire le cause del decesso di una 44enne, morta dopo un delicato intervento chirurgico

La Procura di Lecce ha aperto un’inchiesta sulla scomparsa di una donna di 44 anni, morta dopo un delicato intervento chirurgico. Le indagini sono partite in seguito alla denuncia presentata dal padre della vittima. L’uomo, subito dopo il decesso si è presentato al posto fisso di polizia dell’ospedale Vito Fazzi. Nell’esposto vengono ripercorsi gli ultimi giorni di vita della figlia.
Secondo quanto riferito alle forze dell’ordine la donna si era recata il 28 febbraio scorso in ospedale per una visita ginecologica. In quella circostanza, come ricostruisce Leccenews24, erano stati fissati per il 5 marzo degli accertamenti pre-operatori su due sospette masse tumorali.
Il 3 marzo, tuttavia, la 44enne, avvertendo forti dolori al basso ventre era stata condotta da un’ambulanza in codice rosso presso il nosocomio del capoluogo salentino. Il giorno successivo, dopo alcuni accertamenti, era stata operata per la rimozione delle ovaie.

La paziente era poi stata dimessa il 9 marzo, in attesa dell’esito degli esami istologici.

Ciò nonostante, secondo quanto sostiene la famiglia, non riuscisse ad alimentarsi autonomamente e avvertisse sempre dolori al basso ventre. Nonostante il perdurare del malessere, i medici, in occasione di una visita per la rimozione dei punti dell’operazione, si sarebbero limitati a consigliarle di camminare il più possibile per stimolare il recupero dell’organismo.
Venerdì scorso, in seguito al riacutizzarsi dei dolori, l’ultima corsa in ospedale in codice rosso. Dopo diversi esami, infatti, è sopraggiunto il decesso.
I parenti chiedono che venga fatta chiarezza sull’accaduto e, in particolare, su eventuali responsabilità da parte del personale sanitario. A loro avviso, riporta Leccenews24, i farmaci prescritti e le cure non sarebbero state adeguate.
I magistrati hanno disposto lo svolgimento dell’autopsia. In vista di tale accertamento sono stati iscritti nel registro degli indagati alcuni dei medici che hanno avuto in cura la vittima. L’ipotesi di reato nei loro confronti è di omicidio colposo. I camici bianchi potranno così prendere parte, attraverso la nomina di propri consulenti, agli accertamenti medico legali.
 
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