Venerdì 13 novembre al Policlinico A. Gemelli il VII Congresso nazionale della Società di Odontoiatria di Comunità Italiana (SOCI) riunirà i maggiori esperti del settore. Al centro del dibattito una migliore e moderna gestione clinica dell’odontoiatria.
L’odontoiatria italiana si trova a un punto cruciale: ritrovare la professionalità, la competenza e la fiducia dei pazienti oppure lasciare la disciplina a un comportamento anarchico nel quale si inseriscano figure di dubbia professionalità, confusioni legislative e sulle modalità di erogazione delle prestazioni. Questi i temi che saranno al centro del VII Congresso nazionale della Società di Odontoiatria di Comunità Italiana (SOCI) intitolato “Odontoiatria pubblica e privata: la sfida etica”, che si svolgerà venerdì 13 novembre al Policlinico A. Gemelli (Aula 617, 9.00 – 17.00), con il patrocinio della Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia dell’Università Cattolica di Roma.
«Con il nostro congresso – spiega Roberto Deli, Presidente Nazionale SOCI e direttore dell’Istituto di Clinica Odontoiatrica dell’Università Cattolica di Roma – vogliamo mettere in risalto gli aspetti deontologici ma soprattutto etici che deve avere la nostra professione negli anni a venire: indipendentemente dal “pagante” le scelte debbono essere legate a una coscienza professionale che consenta di erogare la prestazione più idonea per quel paziente specifico e alle migliori condizioni. I LEA (Livelli essenziali di assistenza) sono un fatto etico, ovvero lo Stato e le Regioni si accollano il carico economico affinché anche le fasce più disagiate abbiano accesso alle cure odontoiatriche.
Ma esiste anche un’etica nella scelta terapeutica e dei presidi diagnostici da utilizzare (a volte superflui) indipendentemente dalla remunerazione della prestazione stessa. Parlare di ‘appropriatezza’ della prestazione, dunque, non deve essere visto come ‘giusta remunerazione dell’ente pubblico’, ma come corretta diagnosi e terapia personalizzata». «Dal dibattito – conclude Deli – potranno venire delle indicazioni utili anche ai decisori ma soprattutto a noi odontoiatri per una migliore gestione clinica dei pazienti e per stimolare la riflessione per chi si affaccia alla professione».
Il congresso, si articola in lezioni magistrali e tavole rotonde. Tra gli argomenti che saranno trattati: “Il valore della formazione dell’odontoiatra di comunità all’interno della rete assistenziale”, “Odontoiatria di comunità tra pubblico e privato: la sfida etica”, “Aggiornamento sulle linee guida nazionali in odontoiatria”. “Implementazione nel rapporto odontoiatra – paziente sotto il profilo della bioetica ”, “Estetica e cosmetica del volto: nuove prospettive di professionalità in odontoiatria, “Il traumatismo dentale”, “Il ruolo dell’odontoiatria sociale nei penitenziari”, “L’economia sanitaria nel rispetto del paziente”.
La SOCI (Società Odontoiatria di Comunità Italiana), associazione senza scopo di lucro, nasce il 21 ottobre 2006 dalla volontà di medici professionisti di tutta Italia, uniti da un comune obiettivo: costruire un soggetto scientifico e di aggregazione all’interno di una unica casa “L’odontoiatria di comunità”, che possa diventare sempre più un punto di riferimento per le istituzioni nazionali e regionali, per l’affermazione di un modello clinico assistenziale di qualità, nel rispetto delle regole dell’odontoiatria, per il benessere del paziente.
La situazione attuale vede da una parte l’odontoiatria privata, che è molto frazionata e guidata dalle regole del mercato, dall’altra il sistema pubblico che, seppur in grado di rispondere a meno del 5% della domanda, rappresenta di gran lunga il soggetto principale dello scenario italiano. La SOCI ha l’obiettivo di riqualificare, organizzare e omogeneizzare dove necessario, l’attività odontoiatrica, creando una collaborazione tra sistema pubblico e privato, evitando equivoci di ruolo tra Università, Ospedale, Ambulatori pubblici e privati. Il gruppo di lavoro ha evidenziato l’importanza di concentrare l’impegno sulla tutela delle categorie sociali più deboli e clinicamente a rischio di complicanze (disabili, anziani o persone con mancanza di risorse economiche), ma anche l’importanza di appoggiare l’eccellenza tecnica e la ricerca.