Per l’Associazione dei medici e dirigenti del Ssn la ricorrenza del primo maggio cade in un periodo di grave crisi professionale in cui mancano certezze

La festa del primo maggio “cade in un periodo di grave crisi professionale dovuta alla mancanza di certezze per chi, medici e dirigenti sanitari, lavora nella sanità italiana”. Lo testimonia, secondo l’Anaao Assomed,  l’enorme eco dei dati diffusi dalla stessa Associazione sulla carenza di professionisti nelle corsie degli ospedali che sta diventando una vera e propria emergenza nazionale.
“E i rimedi proposti – sottolinea il presidente Carlo Palermo – sono peggiori del male. Da più parti si prospettano soluzioni fantasiose che mal celano la reale intenzione di privatizzare il nostro sistema sanitario. La ricorrenza – aggiunge – coincide anche con una trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro 2016-2018 ferma in una inaccettabile fase di stallo”. Il tutto “dopo 10 anni di blocco imposto dai governi precedenti”.
“Alla soluzione del disagio dei medici e dirigenti sanitari può contribuire – evidenzia il rappresentante sindacale -anche lo strumento contrattuale recuperando ruolo e dignità del lavoro che svolgiamo a garanzia di un diritto costituzionale, per fermare le denunce che ci giungono quotidianamente da parte dei Colleghi per le insostenibili condizioni di un lavoro sempre più precario, per sollevarli dal diffuso burnout e arginare le fughe verso il privato o, peggio, verso altri paesi dove valorizzazioni professionali, condizioni di lavoro e stipendi sono di gran lunga più soddisfacenti”.

L’Anaao ribadisce dunque le soluzione proposte per far fronte a tale situazione allarmante.

  • attivare i concorsi a tempo indeterminato perché le carenze attuali (circa 10 mila specialisti) sono essenzialmente dovute al blocco del turnover partito nel 2009;
  • assumere a tempo determinato gli specializzandi dell’ultimo anno, modificando la legislazione vigente: sono circa 6.200 e potrebbero fornire un contributo superiore a quello di un neolaureato;
  • incrementare i contratti annuali per la formazione post laurea portandoli ad almeno 10 mila;
  • assumere neo laureati con contratto di Lavoro/Formazione inserito in un percorso unico ed omogeneo di acquisizione del titolo di specialista;
  • valorizzare il lavoro in ospedale garantendo adeguati incrementi economici con il contratto 2016/2018 ed aprendo in tempi rapidi quello 2019/2021, il cui finanziamento appare al momento largamente insufficiente;
  • utilizzare la Ria (retribuzione individuale di anzianità), oggi dispersa in mille rivoli aziendali, per remunerare il disagio e costruire un percorso di carriera professionale;
  • rivalutare l’indennità di esclusività ferma ai valori del 2000.

“La politica – conclude Palermo – ora deve farsi carico delle soluzioni adeguate per salvare la sanità pubblica ed il lavoro dei professionisti da un imminente default. Non bastano buoni propositi o dichiarazioni dal sapore pre-elettorale. Non c’è più tempo da perdere: dobbiamo intervenire subito per sostenere e difendere il lavoro nella sanità pubblica, l’unico in grado di mantenere e migliorare le condizioni di salute dei cittadini italiani, salvaguardando i principi di universalità, equità e solidarietà. Faremo tutto il possibile affinché la politica ci dia risposte adeguate alla gravità dei problemi che viviamo”.
 
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