La moda del «selfie» non è diffusa solo tra i giovani o tra i «social network dipendenti», ma sbarca anche in sala operatoria. A documentarlo è il Corriere della Sera che descrive la situazione attraverso una gallery. Troppo forte è la tentazione di scattarsi una foto «con le mani in pasta» per alcuni medici e chirurghi di Napoli, che sembrano invece abituati all’idea di postare su facebook e twitter le foto con i pazienti sul lettino operatorio, intubati e facilmente riconoscibili, e rispondere alla pioggia di commenti degli amici.
Quattro medici donne addirittura, hanno postato una foto a dir poco orrenda: intervento in corso, bisturi alla mano, guanti insanguinati e il paziente sotto i ferri. Sguardi fieri e sorrisi pieni e poi click, il gioco è fatto. Subito la pubblicazione su facebook a dimostrazione del fatto che si sta salvando una vita. Poi le risposte ai commenti dei curiosi (tra loro qualcuno li ha pure criticati). Nelle foto l’equipe medica sembra dedicarsi a tutt’altro invece che della vita del paziente ignaro di tutto. Scatti con pollice all’insù dei medici in segno di vittoria.
Il «selfie» in sala operatoria non è un reato né la violazione di un divieto imposto da alcun direttore ospedaliero, di certo non appare sinonimo di classe e buon gusto. Anche in provincia di Avellino la pratica sembra essere condivisa da molti medici. Tutti in posa davanti al cellulare, risate accanto al paziente intubato e dottoresse peraticamente abituate ad interrompere l’intervento per non rinunciare ad un bel sorriso da selfie.
Ancora la foto che arriva da Salerno che vede in primo piano l’anestesista con il pollice all’insù e alle sue spalle, i colleghi in sala operatoria che operano un paziente. Non è tutto. Chi dovrebbe vigilare su tutto questo, se anche il direttore d’unità di un ospedale del salernitano non si sottrae alla moda del selfie «figo» in primo piano vicino al paziente reduce da un grave incidente?