L’Asl liquiderà 1 milione di euro alla famiglia di un bambino affetto da una tetraparesi plastica distonica derivata, secondo i periti, da una condotta medica inadeguata

Tetraparesi spastica distonica. Questa la terribile diagnosi comunicata 12 anni fa ai genitori di un bimbo, nato all’Ospedale di Novi Ligure. Il piccolo era venuto alla luce, dopo quattro ore di travaglio, con un arresto cardiocircolatorio causato da un annodamento del cordone ombelicale intorno al collo.

Il personale del reparto di ginecologia e ostetricia lo aveva subito rianimato. Sin dalle ore immediatamente successive al parto, tuttavia, il neonato aveva cominciato a evidenziare i segni della sofferenza perinatale. I medici, in particolare, si accorsero che non reagiva bene agli stimoli. Non prendeva il latte e faceva fatica a tenere gli occhi aperti. I successivi accertamenti confermarono che aveva subito danni permanenti.

Quando i genitori decisero di rivolgersi alla giustizia, tuttavia,  i termini di prescrizione in sede penale erano ormai scattati. La coppia, quindi, ha deciso di intraprendere l’azione civile.

Le perizie di parte richieste dai legali avrebbero evidenziato l’inadeguatezza dei trattamenti medico-assistenziali ricevuti dalla donna durante il parto.

Una condotta che, secondo gli esperti, sarebbe stata alla base delle gravi lesioni del bambino. La sofferenza subita, in altri termini, lo avrebbe reso disabile. A giudizio dei consulenti, un parto cesareo avrebbe evitato la lunga assenza di ossigeno a cui il feto è stato sottoposto prima della nascita.

Anche il rito civile, tuttavia, non avrà luogo. L’Asl, infatti, ha deciso di chiudere la vicenda con una transazione economica. La cifra che sarà liquidata per le esigenze del bambino, ormai adolescente, è pari a milione di euro. L’accordo è stato definito dalle parti davanti al Giudice tutelare di Alessandria.

 

 

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