La procedura si chiama “pancreasectomia subtotale con preservazione del corpo pancreas” e rappresenta un’alternativa  alla pancreasectomia totale per i pazienti affetti da tumori multipli al pancreas

Un intervento che conservando il 25% del pancreas può evitare il diabete o ridurre la necessità del trattamento insulinico dopo pancreasectomia estesa per i pazienti con tumori multipli al pancreas.  Si tratta di un’operazione molto complessa e delicata, che si chiama “pancreasectomia subtotale con preservazione del corpo pancreas”. Conservando la parte centrale del pancreas, che costituisce circa il 25% della ghiandola, il rischio del diabete post-operatorio, e l’uso di insulina, è notevolmente ridotto.

Questo intervento, introdotto nel 2003 da un chirurgo americano, è stato finora eseguito in pochi centri di Chirurgia Pancreatica e in non più di 30 casi al mondo, e nell’ultimo anno è stato effettuato al Policlinico Universitario di Padova nella Clinica Chirurgica 1 diretta dal Prof. S. Pucciarelli in due pazienti con neoplasie multiple o multifocali del pancreas.

L’equipe chirurgica del Gruppo di Ricerca di Chirurgia Pancreatica ed Endocrina Digestiva, costituita dal Prof. Claudio Pasquali e dalla Dott.ssa Anna Caterina Milanetto, ha presentato i risultati di questo innovativo intervento al 51° Congresso della Società Europea di Pancreatologia (European Pancreatic Club, EPC), tenutosi a Bergen, in Norvegia, nel giugno 2019.

Questo lavoro ha suscitato notevole interesse tra i delegati, in particolar modo tra i chirurghi di varie nazionalità, e ha sorpreso che il paziente più giovane, di 27 anni d’età, non fosse neppure diabetico dopo l’intervento e svolgesse senza alcuna limitazione la professione di preparatore atletico. 

“Le indicazioni per questo intervento chirurgico innovativo, cioè i pazienti che possono giovarsi di questa soluzione – dice il Prof. Pasquali – sono per il momento limitate a coloro che abbiano tumori multifocali del pancreas a basso grado di malignità e ai pazienti con una malattia ereditaria rara, la Neoplasia MultiEndocrina tipo 1 (MEN-1), che fa insorgere tumori multipli in diverse parti della ghiandola pancreatica”. 

Prima dell’introduzione di questa procedura – si legge in una nota dell’Ateneo di Padova – i pazienti potevano essere trattati solo con la pancreasectomia totale, con la conseguente comparsa di un grave diabete insulino-dipendente, di complicata gestione e che limitava la qualità di vita del paziente.  “Questi risultati evidenziano ancora una volta l’eccellenza dei ricercatori dell’Università di Padova, capaci di proporre nuove soluzioni alle necessità dei pazienti, con interventi chirurgici avanzati e di elevata difficoltà tecnica, in grado di offrire una migliore qualità di vita al paziente oncologico”.

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