«Una Vita da Social»  la campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia di Stato e dal Ministero dell’Istruzione,  dell’Università e della Ricerca nell’ambito del progetto «Generazioni Connesse del Safer Internet Center Italia», sulla sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete. Preoccupa in maniera più forte il fenomeno del cyberbullismo: circa 2 ragazzi su 3 ritengono che fenomeni di questo tipo siano in aumento. Infatti la metà di loro ha avuto esperienza diretta o indiretta di fenomeni di questo tipo.
«Fare in modo che i gravissimi episodi di cronaca culminati con il suicidio di alcuni adolescenti ed il dilagante fenomeno del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie,  non avvengano più».

IL CASO DI VERCELLI

Il suicidio del giovane di Vercelli ha riportato l’attenzione sul tema del «bullismo e cyberbullismo» in continua crescita in Italia. Il 18 settembre scorso Andrea Natali, 26 anni, si toglie la vita a Vercelli nella sua stanza e viene trovato dalla madre Liliana impiccato al soffitto. Un gesto estremo quello di Andrea che soffriva già di una grave forma di depressione esplosa a seguito di stupidi e ripetuti scherzi dei colleghi di lavoro che Andrea non sopportava più, tanto da chiudersi in casa con la paura di uscire. I colleghi però l’ultima hanno agito pesantemente e dopo averlo gettato dentro un cassonetto di spazzatura, lo hanno deriso in pubblico postando le immagini su facebook. Andrea non si è presentato più a lavoro. Il supporto poi di una psicologa, lo ha incoraggiato a sporgere denuncia alla Polizia Postale di Biella e chiedere la rimozione di quelle foto diffuse sul web. Rimossi i profili e denunciato un ex collega, per Andrea la situazione peggiorava e la paura cresceva: «Aveva paura e si sentiva minacciato» – raccontano i genitori – «era spaventato all’idea di incontrare quelle persone». Il potere tentacolare della rete aveva già diffuso le fotografie e in un paese come Borgo D’Ale di duemila abitanti, quelle foto le hanno viste tutti. Era stata addirittura creata una pagina Facebook dedicata agli scherzi fatti ad Andrea. Il procuratore capo di Vercelli Paolo Tamponi ha deciso di aprire un nuovo fascicolo per verificare se esiste una correlazione tra le foto e i video messi on line e la morte di Andrea Natali.

LA CAMPAGNA DELLA POLIZIA POSTALE

Intanto a Ponticelli, Napoli riparte «Una Vita da Social»  la campagna educativa itinerante, co-finanziata da quest’anno dalla Commissione Europea, riconoscendola come una delle migliori “best practices“ in Europa. Nel corso delle 2 edizioni precedenti ha raccolto un grande consenso: gli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno incontrato circa 150.000 studenti nelle piazze e 800.000 nelle scuole, 25.000 genitori, 10.800 insegnanti per un totale di 2.800 Istituti scolastici, 18.000 km percorsi e oltre 130 città raggiunte sul territorio. Ancora una volta le Istituzioni scendono in campo insieme ad Associazioni, Aziende e società civile per un solo grande obiettivo: «fare in modo che i gravissimi episodi di cronaca culminati con il suicidio di alcuni adolescenti ed il dilagante fenomeno del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie,  non avvengano più».

Secondo una ricerca di Skuola.net, realizzata per la Polizia di Stato, su un campione di circa 4.000 studenti di scuole medie e superiori, 2 studenti su 3 affermano che le proprie competenze digital provengono in tutto o quasi da esperienze di apprendimento extra scolastico. Solo l’8% degli intervistati attribuisce alla scuola un ruolo fondamentale nell’alfabetizzazione informatica. Da questi dati si evince l’importanza delle attività di formazione e sensibilizzazione che, lo scorso anno, hanno coinvolto una buona fetta ma non la totalità degli studenti. Il 58% degli studenti, nell’anno scolastico 2014/2015, non ha ricevuto dalla scuola incontri di formazione sull’uso consapevole della rete. La restante parte invece ha potuto usufruire di queste opportunità formative, anche se 1 si 4 ha deciso di non prendervi parte. I social network infatti sono ormai diventati uno strumento di comunicazione del tutto integrato nella quotidianità dei teenager. La stessa Polizia di Stato, quotidianamente, interagisce con i cittadini attraverso le pagine Facebook dell’Agente Lisa e della Polizia di Stato, nonché con il profilo Twitter istituzionale.

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