Coinvolti 11 operatori sanitari del presidio ospedaliero “Bianchi-Melacrino-Morelli”

Quattro medici agli arresti domiciliari e sette operatori sanitari sospesi dall’esercizio della professione per 12 mesi. E’ questo il bilancio dell’operazione “Mala Sanitas”, condotta dalle Fiamme Gialle del Comando provinciale di Reggio Calabria in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo calabrese.

I reati contestati ai sanitari dei reparti di Ostetricia e Ginecologia e di Anestesia del Presidio ospedaliero “Bianchi-Melacrino-Morelli” delineano un quadro inquietante: Falso ideologico e materiale, soppressione, distruzione e occultamento di atti veri, aborti senza consenso della donna e neonati morti. In particolare, gli episodi di malasanità accertati riguardano il decesso, in casi distinti, di due bimbi appena nati, le irreversibili lesioni di un altro bimbo dichiarato invalido al 100%, i traumi e le crisi epilettiche e miocloniche di una partoriente, il procurato aborto di una donna non consenziente, nonché le lacerazioni strutturali ed endemiche di parti intime e connotative di altre pazienti.

L’attività investigativa del Nucleo Polizia tributaria di Reggio Calabria ha permesso di accertare l’esistenza di un “sistema di copertura illecito, condiviso dall’intero apparato sanitario, che è stato attuato in occasione di errori medici commessi nell’esecuzione dell’intervento sulle singole gestanti o pazienti, per evitare di incorrere nelle conseguenti responsabilità soprattutto giudiziarie”.

Dura la posizione del Codacons, che annuncia la propria costituzione di parte offesa. “Le accuse rivolte ai medici sono pesantissime – afferma il presidente dell’Associazione Carlo Rienzi – e, se confermati gli illeciti, ci troveremmo di fronte a un evidente danno per tutti gli utenti della sanità calabrese. Quanto avvenuto presso l’ospedale di Reggio Calabria dimostra come la malasanità in Italia sia oramai dilagante, con veri e propri sistemi per coprire gli errori, i decessi e le gravi conseguenze dell’operato dei medici. Una vicenda che danneggia tutti i cittadini calabresi i quali, attraverso le tasse, finanziano il servizio sanitario. Per tale motivo il Codacons si costituirà parte offesa nell’inchiesta e chiederà per conto della collettività un equo risarcimento danni ai responsabili di illeciti”.

 

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