Nel 2014 sono 490 le denunce per sinistri, avvenuti prevalentemente in terapia intensiva e in esecuzione di una anestesia generale

Il contenzioso medico-legale rappresenta uno dei temi più attuali in Sanità: sono circa 40.000 ogni anno in Italia le denunce che riguardano presunti casi di malasanità, e oltre 20.000 i medici coinvolti. I settori dell’anestesia, della rianimazione, dell’emergenza e dell’area critica sono, evidentemente, strategici per la funzionalità degli ospedali, e necessitano di qualità e sicurezza, a beneficio di operatori e cittadini.

Per questi motivi, l’AAROI-EMAC (Associazione Anestetisti Rianimatori Ospedalieri Italiani – emergenza Area Critica) ha istituito un Osservatorio nazionale permanente dando il via ad un articolato sistema di valutazione dei contenziosi, e continuando a puntare sulla formazione per contribuire concretamente alla riduzione di fenomeni, quali le denunce facili da una parte e la medicina difensiva dall’altra, che – si legge in una nota – “stanno negativamente incidendo sull’assistenza sanitaria del nostro Paese”.

I dati preliminari dello Studio AAROI-EMAC, resi noti a Roma nel corso del 12° Congresso Siared , si riferiscono ai contenziosi degli oltre 10.000 medici iscritti all’Associazione nel periodo compreso tra il primo gennaio e il 31 dicembre 2014. In totale sono state esaminate 490 denunce relative a 323 sinistri di cui 101 (31%) si sono verificati in sala operatoria, 113 (35%) in terapia intensiva, 89 (28%) in un reparto ospedaliero, 20 (6%) sul territorio (domicilio del paziente 67%, casa di riposo 17%, centri di riabilitazione 16%). I pazienti ricoverati in terapia intensiva provenivano per il 44% dalla sala operatoria, per il 29% dai reparti ospedalieri e per il 21% dal territorio. Riguardo agli eventi avversi verificatisi in sala operatoria, le specialità chirurgiche più frequentemente coinvolte sono state: chirurgia generale (17%), chirurgia ginecologica (14%), chirurgia ortopedica (12%), neurochirurgia (5%) e chirurgia otorinolaringoiatrica (5%). Nella maggior parte dei casi (46%) non è stato specificato, nel modulo di denuncia, il tipo di chirurgia praticata.

Le attività oggetto di contenzioso hanno riguardato nel 52% dei casi (44) l’esecuzione di una anestesia generale, nel 36% (31) di una anestesia loco-regionale, nell’11% dei casi (9) un intervento in condizioni di emergenza, nell’1% (1) procedure di sedazione. Le fasi di induzione e mantenimento dell’anestesia sono state quelle in cui si sono verificati in misura maggiore gli eventi avversi, che però nella fase di mantenimento (48%) sono dipesi più dall’operato del chirurgo che dell’anestesista-rianimatore (fase intra-operatoria), mentre si è attribuita una responsabilità pressoché esclusiva all’anestesista-rianimatore nel 35% degli eventi avversi riguardanti l’induzione dell’anestesia generale o l’esecuzione dell’anestesia locoregionale (fase pre-operatoria). Infine la percentuale di eventi avversi al risveglio e durante il monitoraggio del paziente in recovery room è risultata essere del 17% (9 casi).

Il tipo di danno contestato nel 70% (342) dei casi è stato un decesso, nel 9% (45) lesioni neurologiche, nel 4% (21) infezioni, nel 2% (7) avulsioni dentarie, nell’8% (41) danno di altro genere. Nel 7% (34) dei casi non è stato specificato il tipo di danno. L’Anestesista-Rianimatore è stato coinvolto nel 64% (313) delle denunce per responsabilità di equipe, nel 25% (120) per responsabilità diretta, nel 3% (17) per il ruolo di Responsabile dell’U.O. Nel rimanente 8% non si è riusciti a risalire al tipo di responsabilità per carenza di informazioni.

I dati sono stati analizzati anche rispetto alla tipologia di struttura e all’ambito territoriale. L’incidenza degli eventi critici si è rivelata maggiore nelle piccole strutture, dove il numero di sinistri è stato il doppio (2,24 per 1000 posti letto) nelle strutture con meno di 120 posti letto rispetto a quelle con più di 500 posti letto (1,39 per 1000 posti letto). Prendendo in considerazione la distribuzione territoriale, i dati rivelano che nel 2014 il numero di eventi critici è stato doppio al Sud rispetto al Nord sia nella valutazione per posti letto che per milioni di abitanti: 1,36 per 1000 posti letto al Nord, 1,35 al Centro e 2,62 al Sud, pari a 4,43 eventi critici per milione di abitanti al Nord, 4,39 al Centro e 7,57 al Sud. Altro dato significativo è il minor numero di denunce portate avanti nei confronti dei Medici donna (189) rispetto agli uomini (345), nonostante ci sia una sostanziale parità di genere di Iscritti all’AAROI-EMAC, mentre, in generale, l’età media del medico denunciato è di 50 anni.

“I numeri evidenziano il coinvolgimento pressoché costante della figura dell’Anestesista-Rianimatore, sebbene soltanto in pochi casi responsabile in via esclusiva – afferma Alessandro Vergallo, Presidente Nazionale AAROI-EMAC -. Il nostro scopo è quello di andare in fondo alla questione per non trovarci continuamente di fronte a dati allarmistici rilanciati dai media non supportati da analisi adeguate. Non a caso, lo Studio AAROI-EMAC ha mostrato tipologie di denunce al limite dell’incredibile. Il tema del contenzioso medico-legale va affrontato con la massima serietà, che è quanto si sta facendo con questo studio, il primo che nel nostro Paese si focalizza su categorie specifiche di Medici Specialisti non limitandosi ad analizzare i dati economici, ma andando ad approfondire in forma aggregata gli aspetti tecnici di ogni caso specifico. Da una parte per arginare con dati certi la forte incidenza di denunce che rappresentano solo il tentativo – per lo più vano – di ottenere risarcimenti milionari; dall’altra per valutare al meglio le dinamiche che conducono ad un sinistro in modo da evitare che lo stesso possa verificarsi nuovamente”.

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