Dal ddl Gelli alla riforma Madia; tutti i provvedimenti che rischiano di rimanere impantanati con le dimissioni dell’Esecutivo

La caduta del Governo Renzi dopo la sconfitta referendaria del 4 dicembre lascia aperti una serie di punti interrogativi sui provvedimenti normativi inerenti la materia sanitaria: dal disegno di legge in tema di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie (ddl Gelli), alle riforme ispirate dai Ministri Lorenzin e Madia su professioni sanitarie e Pubblica Amministrazione.

Con il congelamento delle dimissioni del premier da parte del Presidente della Repubblica dovrebbe andare in porto in tempi brevi l’approvazione della manovra finanziaria varata da Palazzo Chigi. La Legge di bilancio, che prevede un incremento di 2 miliardi per la sanità (portando il Fondo sanitario nazionale a quota 113 miliardi), dopo l’approvazione in prima lettura alla Camera approderà già domani in Senato: in considerazione della situazione politica, il testo dovrebbe essere approvato senza ulteriori modifiche che allungherebbero i tempi con un nuovo passaggio a Montecitorio.

La legge di bilancio prevede, tra l’altro, lo sblocco dei contratti del pubblico impiego, oggetto di un recente accordo con Cgil, Cisl e Uil che tuttavia non è stato ben accolto da numerose sigle sindacali di area medica. La partita, quindi, rimane aperta e i tempi rischiano di allungarsi nel quadro di attuale incertezza politica.

Ancor più oscura appare il destino di due provvedimenti il cui iter è giunto quasi a conclusione. Parliamo in particolare del Dpcm che introduce i nuovi Livelli essenziali di assistenza e del Ddl Gelli sulla responsabilità professionale. I Lea, già previsti dalla legge di Stabilità 2016, rischiano un ulteriore slittamento, tra il varo del testo da parte del nuovo Esecutivo e l’approvazione di provvedimenti correlati. Tuttavia in questo caso le ripercussioni della caduta del Governo potrebbero essere meno gravi, considerando il ruolo delle Regioni nel processo normativo. Il ddl Gelli, per la cui approvazione al Senato mancava l’esame di pochi articoli, rischia invece di essere travolto dai lavori sulla manovra e, addirittura, di essere spazzato via del tutto in caso di scioglimento anticipato delle Camere.

Stessa sorte rischiano tutti gli altri provvedimenti attualmente all’esame del Parlamento. Tra questi figura la riforma delle professioni sanitarie, già approvata in Senato, senza parlare del ddl concorrenza, che comprende la norma per l’ingresso dei capitali finanziari in farmacia, fermo in Commissione bilancio al Senato da diversi mesi. Rischia lo stop anche la riforma Madia sulla Pubblica Amministrazione, già in parte bloccata dalla Corte costituzionale, anche in relazione alla previsione di un albo unico nazionale per la scelta dei direttori generali delle Aziende sanitarie. Con la legge Madia potrebbe scomparire, tra l’altro, anche l’istituzione del Polo unico della medicina fiscale, con il passaggio di competenza degli accertamenti ai medici dell’Inps.

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