Camici bianchi: il 16 dicembre lo sciopero per salvare il SSN

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Oltre 200mila i camici bianchi interessati dalla protesta, ed a rischio sono visite, interventi chirurgici e assistenza, mentre saranno comunque garantite le urgenze. 

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Complessivamente, sarebbero a rischio circa 2 milioni di prestazioni sanitarie, tra visite ed esami di laboratorio, e fino a 40mila interventi chirurgici. Ancora 80mila esami radiografici e 250 visite pediatriche. I medici di famiglia, in particolare: «organizzeranno lo sciopero telematico, ovvero giornate in cui non vengono spediti i documenti telematici, come i certificati Inps – ha spiegato Pina Onotri, segretario nazionale dello Smi – Una protesta amministrativa che il governo sente molto di più che l’astensione dalle visite non urgenti».

I medici protesteranno anche con un sit-in, a partire dalle ore 11.00, all’Ospedale San Camillo di Roma. E la battaglia continuerà a gennaio, con i sindacati medici pronti a dichiarare altre due giornate di sciopero ed a mettere in atto anche altre forme di protesta. «Lo sciopero – hanno spiegato i sindacati medici – punta a dire ‘no’ ai tagli delle prestazioni erogate ai cittadini e all’indifferenza del governo ai problemi della Sanità, mentre rivendichiamo la salvaguardia di un Servizio sanitario nazionale e pubblico e la dignità del nostro lavoro».

Tra le  ragioni della loro mobilitazione, che partono da una difesa del servizio sanitario pubblico e del diritto alla salute e comprendono la pari dignità dei pazienti nelle diverse realtà regionali. Ma i camici bianchi difendono anche la dignità del loro lavoro e il futuro dei giovani dottori e si battono contro i tagli alle prestazioni ai cittadini e l’indifferenza del governo ai problemi della sanità.

«Sono saltate le norme relative alla responsabilità medica contro il fenomeno della cosiddetta medicina difensiva, e questo perché nessuno ha ritenuto credibile il meccanismo economico che partendo dai risparmi ottenibili con tali norme avrebbe dovuto finanziare le assunzioni del personale sanitario. Di conseguenza, salta anche l’emendamento per le assunzioni. Tutto ciò è l’esempio emblematico di come il Governo fa promesse e annunci che poi non mantiene».

«Il Governo – ha detto il Segretario nazionale Fimmg Giacomo Milillo – dovrebbe chiedersi il perché sindacati con posizioni diverse si ritrovano. Il Ssn è stato diluito e sottratto alla funzione di tutela della salute. Quotidianamente assistiamo a convegni fatti dalle assicurazioni che guardano per ora all’out of pocket, ma si stanno attrezzando alle prestazioni sostitutive del Ssn. Tocca quindi a noi lottare fino a che il Governo non ci vorrà incontrare per stipulare un patto con la professione».

«L’Italia sta perdendo il primato della buona salute. Gli anni in buona salute vanno peggiorando e il Governo ha fatto orecchie da mercante». Ha detto Costantino Troise segretario nazionale Anaao-Assomed che ha parlato anche della norma sugli orari di lavoro e sul rischio di slittamento delle nuove assunzioni. «Il Governo corre il rischio di incorrere in sanzioni. La data di entrata in vigore è stata scelta da questo Governo e da questo Parlamento».

E poi sul rinnovo del contratto. «Di fatto il blocco è prorogato per un anno. Il piano è scientemente studiato per impoverire una categoria centrale in ogni sistema pubblico. Non c’è voglia di rinnovare contratto e convenzione». «La battaglia ripartirà a gennaio – fa sapere Milillo – in cui sono in previsione altri 2 giorni di sciopero. I medici non sono in mobilitazione per raccogliere qualche biscottino. Stiamo protestando per denunciare le inadempienze di Governo e Regioni».

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