Pubblicato il rapporto “Rbm-Censis Assicurazione Salute” che fotografa i costi della sanità pubblica e privata in Italia
Quali sono i costi della sanità in Italia? Stando al rapporto “Rbm-Censis Assicurazione Salute”, presentato al Welfare Day 2017 con il patrocinio del Ministero della Salute, sono decisamente molti e alti.
Dalla fotografia scattata emerge un Sistema Sanitario Nazionale in crisi, con disparità tra le Regioni e una spesa pro-capite più alta di quella pubblica. I costi della sanità a carico dello Stato sono decisamente più bassi nel nostro paese rispetto ad altri grandi paesi europei. In Italia è pari al 6,8% del Pil, in Francia arriva all’8,6% e in Germania raggiunge il 9%.
Alti invece i costi della sanità direttamente a carico dei cittadini. La spesa per la sanità privata è di 35,2 miliardi (+4,2% nel periodo 2013-2016), con un costo pro-capite pari a 580€. Spesa che “nei prossimi dieci anni è destinata a raggiungere la somma di 1.000 euro, per evitare il crack finanziario e assistenziale del Ssn” come sottolinea Marco Vecchietti, Consigliere Delegato di Rbm Assicurazione Salute.
Gli alti costi della sanità fanno sì che 12,2 milioni di italiani nel 2016 hanno rinunciato o rinviato prestazioni sanitarie, alimentando l’area della sanità negata. Ci sono poi coloro che chiedono prestiti o utilizzano i propri risparmi per far fronte ai costi della sanità’. Complessivamente sono 13 milioni gli italiani nell’ultimo anno hanno sperimentato difficoltà per far fronte a spese sanitarie di tasca propria. 7,8 milioni hanno dovuto utilizzare tutti i propri risparmi o indebitarsi con parenti, amici o con le banche e 1,8 milioni di italiani sono entrati nell’area della povertà.
La fetta di popolazione più penalizzata è quella degli anziani. I costi della sanità per le persone anziane sono infatti decisamente più alti che nelle altre fasce d’età. Un anziano spende più del doppio rispetto a un millennial e quasi il 50% in più rispetto a un babyboomer.
Alte anche le disparità tra le regioni italiane in termini di soddisfazione da parte dei cittadini. Il 64,5% degli italiani è soddisfatto del Servizio sanitario, mentre il 35,5% è insoddisfatto.
Forti però le disparità tra Nord e Sud, con un calo progressivo della soddisfazione. Al Nord-Est. E’ soddisfatto l’80,9%, al Nord-Ovest , il 76,4%, il il 60,4% al Centro e solo il solo il 47,3% al Sud.
Contribuisce all’aumento dei costi della sanità a carico dei cittadini anche il problema delle liste d’attesa per le prestazioni sanitarie che sono estremamente lunghe.
Vediamone i tempi medi di attesa delle prestazioni più comunemente richieste.
Mammografia: si attendono in media 122 giorni (60 in più rispetto al 2014) e nel Mezzogiorno l’attesa arriva a 142 giorni.
Colonscopia: l’attesa media è di 93 giorni (+6 giorni rispetto al 2014), ma al Centro di giorni ce ne vogliono 109.
Risonanza magnetica si attendono in media 80 giorni (+6 giorni rispetto al 2014), ma al Sud sono necessari 111 giorni.
Visita cardiologica l’attesa media è di 67 giorni (+8 giorni rispetto al 2014), ma l’attesa sale a 79 giorni al Centro. Per una visita ginecologica si attendono in media 47 giorni (+8 giorni rispetto al 2014), ma ne servono 72 al Centro.
Visita ortopedica 66 giorni (+18 giorni rispetto al 2014), con un picco di 77 giorni al Sud.
Dal rapporto emerge una situazione preoccupante per il SSN con il reale pericolo di non assicurare a tutta la popolazione adeguati livelli di assistenza a causa degli alti costi della sanità. Gli autori del rapporto suggeriscono per risollevare la sanità nazionale “un modello multi-pilastro che deve valorizzare la coesistenza tra pubblico, privato e sanità integrativa”.
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