“L’individualità richiede il coraggio di essere soli e di opporsi a un mondo che tradisce e banalizza”

Cara dottoressa, sono Luca, romano quarantenne. Ha presente il film “perfetti sconosciuti”? Quello in cui una comitiva di amici si riunisce a cena e decide di svelare ai commensali tutti i contenuti di messaggi e telefonate che sarebbero arrivate durante la cena. Ebbene a mia moglie arriva una delle solite telefonate da parte di una delle sue cugine, mia moglie ne ha una miriade, Raffaella.

Noto subito un certo imbarazzo in mia moglie, che non vorrebbe rispondere liquidando “tanto è mia cugina”, alla sua risposta tutti la incitano a rispondere e lei si decide a farlo. Dall’altra parte non risponde la cugina, ma la voce di un uomo che si affretta a dirle “sono a cena con mia moglie ma avevo troppa voglia di sentirti”. Mi sono sentito crollare il mondo addosso, ho scoperto in un modo crudele ed imbarazzante di essere stato tradito, da circa un anno, dalla donna con cui sono legato da oltre 10 anni di matrimonio e con cui ho un figlio.  È  passato circa un mese ma io non ci credo ancora, vivo un momento di stordimento e confusione. Non so che fare e soprattutto mi rendo conto del caro prezzo che ha scoprire la verità. Ero più felice quando non sapevo e vivevo nella menzogna.

Caro Luca, già scoprire un tradimento è tutt’altro che piacevole, figuriamoci se accade di fronte a degli amici-testimoni.  Mi colpisce che nel suo racconto il tradimento sembri quasi un “fulmine a ciel sereno”. Lei non scrive di insoddisfazioni, problemi, silenzi all’interno della coppia, ma anzi è una telefonata quasi routinaria a spiazzarla. Lo stato di confusione e stordimento che lei sta vivendo, sembrerebbe dipendere da un meccanismo di difesa di “diniego” in cui razionalmente è capace di ammettere l’evento traumatico, ma emotivamente lo nega. Non c’è una formula per affrontare la scoperta di un tradimento, la cultura ed i valori di riferimento ci possono ostacolare o aiutare in questo: l’uomo non nasce monogamo, ma lo diventa condividendo valori e riti della propria cultura di appartenenza. Contemporaneamente, però, la stessa società ci impone di godere: sesso, successo, divertimento sembrano essere dei “must” da ottenere ed a cui poter facilmente accedere. Insomma non è né naturale, né facile scegliere la posizione da assumere nei confronti di un partner!

Tornando al suo caso specifico Luca, le consiglierei di parlarne con sua moglie e di interrogarsi un po’: lei ha proprio ragione quando scrive che accedere alla verità è particolarmente doloroso, ma può essere un’occasione per affrontare anche delle sue questioni. I tradimenti hanno mille sfaccettature, si può tradire perché si cerca qualcosa che è sempre al di là e si crede di intravederlo in un altro uomo o in un’altra donna, oppure perché qualcosa nella relazione con il partner non funziona ed il tradimento è un messaggio che si invia al partner. Se lei ritiene che sua moglie l’abbia tradita anche per ferirla, colpirla e paradossalmente smuoverla, allora si metta in discussione. Sarà doloroso, ma autentico. Scriveva Carotenuto: “L’individualità richiede il coraggio di essere soli e di opporsi a un mondo che tradisce e banalizza”; ebbene le auguro il desiderio di interrogarsi in maniera non banale, ma onesta ed autentica su quanto le è accaduto.

Dr.ssa Rosaria Ferrara

(Psicologa)

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