L’Associazione Luca Coscioni sarà nelle piazze di 21 città italiane dal 10 al 12 maggio per una raccolta firme volta ad accelerare la discussione della legge sull’eutanasia

Il 56% degli italiani è assolutamente a favore di una legge sulla legalizzazione dell’eutanasia, mentre un ulteriore 37%, è d’accordo con una regolamentazione dell’accesso a determinate condizioni fisiche e di salute. E’ quanto emerge da una ricerca commissionata a Swg, dall’Associazione Luca Coscioni e condotta su un campione di 1000 persone di tutte le fasce di età.
Il sondaggio ha evidenziato, inoltre, un livello di informazione in materia molto basso. Il 48% degli intervistati ha infatti dichiarato di non aver avuto alcuna notizia dell’ordinanza con cui lo scorso ottobre la Corte Costituzionale ha rilevato l’assenza di una adeguata tutela nell’assetto normativo che riguarda il fine vita, dando tempo al Parlamento fino al 24 settembre 2019 per approvare una legge sull’eutanasia.
La discussione su tale normativa, tuttavia, sembra essersi arenata, soprattutto in considerazione dell’appuntamento elettorale delle prossime europee. Per tale motivo l’Associazione Luca Coscioni ha deciso di scendere nuovamente in piazza il prossimo fine settimana in 21 città italiane per una raccolta di firme rivolta alla politica e mirata all’accelerazione della discussione in corso.

“Gli italiani – dichiara il leader dell’Associazione Marco Cappato – sono favorevoli alla legalizzazione dell’eutanasia e proprio per questo vengono tenuti all’oscuro della possibilità di realizzarla”.

Possibilità che non sarebbe mai stata così concreta come dopo l’ordinanza della Corte costituzionale. “Questa è la principale conclusione che si può trarre dal sondaggio”.
“I partiti – prosegue Cappato – tengono bloccata la legge in Parlamento solo grazie al fatto che ai loro stessi elettori è negato il diritto a conoscere l’opportunità di discutere la legge rispettando le indicazioni della Consulta. L’approvazione di una buona legge sul fine vita – conclude –  passa dall’affermazione del diritto alla conoscenza per tutti i cittadini”.
 
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