Il ddl sul Biotestamento è in aula, ma sono stati presentati ben 3.005 emendamenti, la maggior parte dei quali da Alleanza Popolare

Il ddl sul Biotestamento è in aula in Senato, dove però sono stati presentati ben 3.005 emendamenti. La maggior parte di questi è arrivata da Alleanza Popolare.
Il termine per la presentazione degli emendamenti scadeva stamattina alle ore 9, e non alle 14 come era stato detto in aula ieri in un primo momento.
Con un’accelerazione improvvisa e del tutto inattesa, nella giornata di ieri la conferenza dei capigruppo aveva deciso che la legge sarebbe arrivata da oggi stesso nell’aula del Senato per l’inizio della discussione generale.
In questo modo, il ddl sul Biotestamento è in aula.
Il provvedimento – approvato alla Camera lo scorso aprile e fermo in commissione a Palazzo Madama – potrà vedere la luce, grazie all’intesa fra M5s e Pd.
Questo tramite il capogruppo Luigi Zanda, che ne ha chiesto la calendarizzazione immediata.
Tuttavia, nella giornata di oggi, sono stati presentati oltre tremila emendamenti.
Di questi, 1.527 sono di Alleanza Popolare, il partito di maggioranza guidato da Angelino Alfano, che ha riproposto esattamente tutti quelli che aveva depositato in commissione.
La Lega, invece, ne ha ripresentatiti 1.203, mentre Forza Italia 147. Sono invece 74 le proposte di modifica del gruppo “Federazione della Libertà”, 28 quelle di Gal, 19 del gruppo Autonomie-Psi-Maie e 7 da parte del gruppo Misto.

Nessun emendamento invece da parte del M5S e dal Pd che ha messo a punto solo un ordine del giorno.

Le proposte di modifica sono però aumentate rispetto a quelle depositate in commissione. Ora per l’Aula sono 3.005, mentre per la commissione erano 2.970.
Intanto, l’aula di Palazzo Madama ha fermamente respinto – questa mattina – la pregiudiziale di costituzionalità a Ddl sul biotestamento.
Solo a quel punto è iniziata la discussione generale sul provvedimento. Prima del voto, inoltre, il senatore Roberto Calderoli, ha chiesto la verifica del numero legale.
Il ddl sul Biotestamente è in aula, ma il suo è stato un iter travagliatissimo.
Approvato dalla Camera il 20 aprile scorso, il ddl sul biotestamento è incentrato sul consenso informato e sulle disposizioni anticipate di trattamento (Dat).

L’articolo 1 prevede invece che, nel rispetto della Costituzione, nessun trattamento sanitario possa essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata.

L’articolo 3 prevede che “ogni persona maggiorenne, capace di intendere e volere, in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso Disposizioni anticipate di trattamento, esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali”.
Le Dat, sempre revocabili, risultano inoltre vincolanti per il medico.
In questo modo, il medico è esente sia dalla responsabilità civile che da quella penale.
Lo scorso 26 ottobre la relatrice del provvedimento, la senatrice del Pd Emilia De Biasi, si era dimessa dal suo incarico proprio per velocizzare la procedura, consentendo alla legge di arrivare prima in aula, aggirando l’ostruzionismo in commissione Sanità.
 
 
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