Sul Testamento biologico il Ministero della Salute pubblica sul proprio sito una serie di chiarimenti molto importanti rivolti ai cittadini che vogliano compilare le proprie DAT.

Dopo l’approvazione della legge che lo regola, arrivano le indicazioni operative sul biotestamento da parte del Ministero della Salute.

Sono stati infatti pubblicati sul sito del dicastero tutti i chiarimenti, formulati in una sorta di vademecum, indirizzati ai cittadini che vogliano compilare le proprie Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat).

Precisazioni, chiarimenti e indicazioni operative sul Biotestamento per i quali la legge stessa prevedeva una scadenza entro l’1 aprile per la pubblicazione.

Come specificato da Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni, “finora, in assenza di indicazioni dettagliate, abbiamo fornito informazioni e modelli di Testamento biologico a 14.667 cittadini”.

Come noto, la legge sul Biotestamento regolamenta le scelte sul fine vita, stabilendo che in previsione di un’eventuale futura incapacità di autodeterminarsi ci sia la possibilità per ogni persona di esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari.

Non solo. Sarà possibile anche esprimere il consenso o il rifiuto su accertamenti diagnostici. Ma anche nei confronti di scelte terapeutiche e singoli trattamenti sanitari, inclusi l’alimentazione e l’idratazione artificiali.

Inoltre, nei casi di paziente con prognosi infausta a breve termine, il medico dovrà astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure.

Allo stesso modo, dovrà astenersi dal ricorso a trattamenti inutili o sproporzionati.

Laddove vi siano sofferenze refrattarie ai trattamenti sanitari, il medico potrà ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua. Questa sarà effettuata in associazione con la terapia del dolore, con il consenso del paziente.

Per quel che concerne le DAT, possono farle tutte le persone maggiorenni capaci di intendere e di volere.

Ma quali sono le indicazioni operative sul biotestamento per quanto concerne questo specifico punto?

Ebbene, la redazione delle DAT, afferma il ministero, può avvenire in diverse forme.

La prima è l’atto pubblico. Poi, vi è la scrittura privata autenticata e la scrittura privata consegnata personalmente presso l’ufficio dello stato civile del proprio Comune di residenza.

Quest’ultimo provvederà all’annotazione in un apposito registro, ove istituito.

Potranno inoltre essere consegnate personalmente presso le strutture sanitarie. Almeno, nel caso in cui le Regioni che adottano modalità telematiche di gestione della cartella clinica o il fascicolo sanitario elettronico abbiano regolamentato la raccolta di copia delle DAT.

Sempre in merito alle Dat, vale la pena ricordare che la Legge di bilancio 2018 ha stanziato 2 milioni di euro per la realizzazione di una Banca dati nazionale.

In essa, le Dat contenute, sono rinnovabili, modificabili e revocabili in ogni momento.

La Legge 219 prevede anche la possibilità di indicare nella DAT un fiduciario.

Inoltre, stabilisce che le Dichiarazioni possono essere disattese, in tutto o in parte, dal medico in accordo con il fiduciario. Ciò può avvenire qualora esse appaiano corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente.

Esse possono essere disattese anche ove sussistano terapie non prevedibili all’atto della sottoscrizione capaci di offrire concrete possibilità di miglioramento delle condizioni di vita.

Contestualmente, prosegue la battaglia dell’Associazione Coscioni contro la “norma fascista del Codice penale che prevede il reato di istigazione al suicidio”, come definita dai suoi promotori.

L’Associazione ha lanciato un appello per chiedere al Governo di non intervenire a difesa di tale reato è stato sottoscritto ad oggi da 15mila italiani.

Il governo, come affermato dall’Associazione, ha infatti tempo fino ad oggi, 3 aprile, per decidere di costituire l’Avvocatura dello Stato in difesa di tale reato nel procedimento sollevato dalla Corte d’Assise di Milano per il processo a carico di Marco Cappato.

Quest’ultimo aveva aiutato, per il suicidio assistito in Svizzera, Fabiano Antonioni, noto come Dj Fabo.

 

 

 

 

 

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