Realizzati con successo presso la struttura palermitana su due pazienti affetti da cirrosi epatica in fase avanzata di malattia

Sono stati eseguiti per la prima volta in Italia due interventi mini invasivi mediante l’utilizzo delle nuove endoprotesi a espansione controllata.

I nuovi dispositivi rappresentano un significativo progresso nell’ambito della radiologia interventistica rendendo più sicuro l’utilizzo della TIPS (Transjugular Intrahepatic Portosystemic Shunt), una procedura introdotta nella pratica clinica da circa 15 anni che ha sensibilmente migliorato l’approccio clinico nei pazienti affetti da cirrosi epatica.

Gli interventi sono stati realizzati presso l’ISMETT (Istituto Mediterraneo e Terapie ad Alta Specializzazione) di Palermo, che si aggiunge così ai soli altri 4 centri europei  – Barcellona, Bonn, Friburgo e Amburgo – in cui viene usata la nuova tecnica, confermandosi punto di riferimento internazionale in questo campo.

I pazienti, malati di cirrosi epatica in fase avanzata, soffrivano di versamento liquido nella cavità addominale (ascite) con precedenti episodi di emorragia da varici gastroesofagee. Entrambi ora sono in buone condizioni cliniche e sono stati dimessi dall’ospedale il giorno successivo all’intervento.

“L’utilizzo del TIPS – spiega Angelo Luca, direttore ISMETT e a capo di una equipe che ha all’attivo oltre 650 procedure di questo tipo – è stata una vera e propria rivoluzione perché consentiva ai pazienti con cirrosi epatica ed ipertensione portale severa di evitare l’intervento chirurgico che molti di loro non avrebbero potuto superare a causa delle avanzate condizioni cliniche. Tuttavia, fino ad oggi il limite di questa procedura era il rischio di gravi complicanze (encefalopatia e insufficienza epatica) nel followup; grazie alle nuove endoprotesi questi rischi vengono ridotti notevolmente”.

Le nuove endoprotesi hanno un diametro che può essere modificato in base alla risposta clinica dei singoli pazienti, consentendo in questo modo di modulare il flusso del sangue che viene sottratto al fegato e riducendo il rischio di complicanze post intervento.

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