Il Sindacato italiano medici dello sport (Simes) aderisce a Cimo per ‘aumentare l’impatto della rappresentanza politica nelle sedi istituzionali nazionali e regionali’.

In una nota diffusa oggi, 20 novembre, il Sindacato italiano medici dello sport (Simes) ha dichiarato di voler aderire a Cimo con lo scopo preciso di “accrescere la tutela professionale e legale degli iscritti e di attivare nuove iniziative per la categoria”.

Con questo accordo, “Cimo accoglie Simes nella sua compagine rappresentativa permettendo agli iscritti un nuovo livello di interlocuzione istituzionale a tutela dei diritti di categoria dei medici dello sport e consentendo l’accesso a un ampio portafoglio di servizi come la tutela e la consulenza legale, il servizio di documentazione normativa, la consulenza pensionistico-previdenziale e una ricca selezione di convenzioni assicurative e commerciali”.

Un accordo importante, questo tra Cimo e medici dello sport, che vede tra le priorità dell’agenda sindacale diversi obiettivi importanti.

Si va dal contrasto all’abusivismo della certificazione di idoneità sportiva, alla lotta ai prezzi “da caporalato” per l’acquisizione di pazienti e atleti in cura. Dalla difesa di tariffari adeguati con le unità sanitarie locali alla tutela dei livelli di cura.

“Il nostro obiettivo – afferma Lorenzo Spigolon, segretario nazionale Simes – è la difesa della dignità e degli ambiti lavorativi di una professione che richiede competenze cliniche necessariamente ampie e un aggiornamento molto speciale”.

Spigolon ha poi aggiungo che la decisione di unirsi a Cimo è giunta “perché condividiamo il suo approccio attento al cambiamento e ai servizi agli iscritti, ma poco incline a compromessi negoziali che svaluterebbero le attività dei professionisti”.

Soddisfazione per l’accordo è stata espressa anche dalla Cimo stessa.

“Siamo davvero orgogliosi dell’accordo con Simes – commenta Guido Quici, presidente nazionale Cimo – perché consideriamo questa intesa come un ulteriore passo in avanti per sostenere la professione medica in tutti gli ambiti e mettendo la nostra struttura al servizio della categoria”.

Secondo Quici, infatti, anche per i medici dello sport non è accettabile “l’attuale quadro di concorrenza con prestazioni spesso pagate al ribasso”.

Oltre a Simes, hanno recentemente aderito a Cimo, con un accordo analogo, anche le rappresentanze nell’ambito dell’ospedalità religiosa e no profit di Adonp e Samuc.

 

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