È stato sospeso per un anno dal servizio il medico accusato di truffa, peculato e falso. Contestato al sanitario un danno di 25 mila euro

È stato contestato un danno all’Azienda sanitaria di 25 mila euro al medico accusato di truffa, peculato e falso. Una vicenda grave che ha coinvolto un medico anestesista dell’ospedale San Camillo De Lellis di Rieti.
Il professionista, dottor Federico Santilli, è stato sospeso dal servizio per un anno.
La misura interdittiva è stata stabilita dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Rieti. Il medico accusato di truffa, peculato e falso è stato scoperto grazie ai controlli del Nucleo tributario della Finanza di Rieti.

Secondo le forze dell’ordine, il professionista nel corso del 2015 si sarebbe allontanato in diverse occasioni dal reparto “per motivi personali” risultando in realtà presente.

Non pago di questo, avrebbe prestato la sua opera in extramoenia in due cliniche private senza aver avvertito la struttura pubblica né esser mai stato autorizzato.
Oltre a questo, avrebbe sottratto al reparto di rianimazione del “De Lellis” farmaci con una certa continuità. Al punto da essere costretto ad attestare falsi documenti di carico e scarico delle medicine. Inoltre, avrebbe sottratto dispositivi medici, in particolare un elastomero.
Ora il medico accusato di truffa, peculato e falso è stato sospeso. Gli viene contestato un danno all’Azienda sanitaria di 25 mila euro e la Guardia di Finanza sta disponendo un sequestro preventivo pari a quella cifra.

Contestualmente, l’operazione del nucleo tributario ha portato a indagare un secondo medico del reparto di Rianimazione per concorso in falso e tre infermieri per peculato e falso.

Il medico era già sotto processo per la morte di una bambina di dieci anni, Giovanna Fatello, entrata nella sala operatoria della casa di cura Villa Mafalda, a Rieti, per un intervento di ricostruzione di un timpano e deceduta, dicono le carte processuali, “per anomalie, negligenze, irregolarità”.
In quell’occasione, l’anestesista che avrebbe dovuto vegliare sul buon andamento del sonno della bimba era a prendere il caffè con due amiche e sarebbe rimasto all’interno del locale per più di mezz’ora. In sala operatoria lo sostituì proprio il medico, chiamato per la prima volta a lavorare a Villa Mafalda, senza un contratto regolare.
Il rianimatore sostituto, sostiene la Procura di Roma, non avrebbe azionato la levetta che attivava il giusto meccanismo di scambio e non si sarebbe accorto della crisi respiratoria della bambina, poi deceduta.
Un episodio molto grave, reso più ambiguo dai tentativi dei medici di limitare i danni. I sanitari, in quella occasione, avrebbero alterato la cartella clinica attestando la morte della bambina tre ore e mezza più tardi e togliendo dalle presenze proprio il dottor Santilli.
Durante un interrogatorio il medico ha dato la sua versione. “Quel sabato – ha dichiarato – era il mio giorno libero, mi ero sentito con il dottor Pierfrancesco Dauri e lui mi aveva chiesto se volevo coadiuvarlo. Prima di allora la casa di cura Villa Mafalda era una struttura a me sconosciuta”.
 
 
 
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