Dal 2018 sarà possibile usufruire del domicilio digitale: ogni cittadino avrà un indirizzo online con cui comunicare e ricevere atti della PA
Via libera dal Consiglio dei ministri al domicilio digitale. La partenza è prevista per la primavera 2018, quando ogni cittadino avrà un indirizzo online con cui comunicare e ricevere atti della PA.
Una decisione attesa, quella del governo sul domicilio digitale, progetto che finalmente sembra poter vedere la luce.
Con questa novità, tutti gli atti e le comunicazioni della pubblica amministrazione si potranno gestire online, riducendo i tempi d’attesa burocratici negli uffici e la corrispondenza cartacea.
Ogni cittadino, ente o associazione potrà scegliere un domicilio digitale a un qualsiasi indirizzo di posta elettronica certificata o equivalente. Su questo, si potrà ricevere anche ogni comunicazione avente valore legale della PA.
Lo strumento era finora riservato alle imprese e ai professionisti, ma dalla primavera 2018 toccherà ad ogni cittadino.
Il Codice dell’Amministrazione Digitale (Cad), ossia l’insieme delle norme che dovrebbero regolare e incentivare il processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione, e che risale al 2005, ha subito una revisione in questi giorni.
Nel nuovo decreto approvato in questi giorni dal CdM sono state introdotte diverse novità.
Era già stabilito nel codice stesso, ma previsto insieme alla nascita di un’Anagrafe nazionale della popolazione residente, il progetto di unificazione delle varie anagrafi territoriali.
Ma si è deciso di renderlo indipendente e di creare un registro apposito.
Secondo quanto affermato sulle pagine del Secolo XIX, Guido Scorza, responsabile Affari regolamentari del Team per la Trasformazione Digitale della presidenza del Consiglio, ci sarà un registro dei domicili digitali.
Questo includerà un elenco delle “persone fisiche da parte di Infocamere, la società di informatica delle Camere di Commercio italiane, dove singoli cittadini potranno andare, registrarsi e inserire il loro indirizzo di posta certificata”.
Infocamere, insieme con il ministero della Pubblica Amministrazione e l’Agenzia per l’Italia Digitale, ha lavorato ai correttivi.
E così “se sei una pubblica amministrazione dovrai scrivere a quell’indirizzo. E gli indirizzi dovranno essere usati solo per questo scopo”, conclude Scorza.
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