Arrivata la sentenza per il decesso di Antonella Vergori, morta per la mancanza del defibrillatore sul lungomare di Nocera Terinese nel 2008

Terminato il processo di primo grado nei confronti di medici e infermieri accusati della morte della giovane donna che nell’agosto del 2008 accusò un malore sulla spiaggia calabra e non fu salvata per il mancato funzionamento del defibrillatore. 
Secondo l’accusa l’apparecchio in dotazione al 118 non avrebbe funzionato. Scatta dunque la condanna per il reato di omicidio colposo.
Un anno di reclusione per Maurizio Rocca, Direttore Sanitario all’epoca dei fatti, 8 mesi per Napoleone Stella in quanto parte dell’equipaggio dell’ambulanza accorsa sul posto come infermiere, 1 anno e sei mesi di reclusione per Francesco Rotolo, difeso dall’avvocato Giuseppe Alvaro, per aver rigenerato la batteria del defibrillatore in dotazione al PET di Falerna invece di sostituirla.
A Rotolo si aggiungono 6 mesi di carcere e una multa di 400 euro per truffa. L’uomo avrebbe fatto sottoscrivere a un dipendente comunale di Falerna il certificato di collaudo dell’apparecchio.
Prevista inoltre la condanna per i tre sanitari, con l’Asp di Catanzaro, al risarcimento danni alla famiglia di Antonella Vergori costituitasi parte civile. 60 mila euro ai genitori e 25 mila al fratello, oltre al pagamento delle spese processuali.
Gli infermieri Marisa Gigliotti, Concetta Galeano, Franca Aracri, Carlo Cuda, e il dottor Stefano Fucile sono stati invece assolti dal Tribunale per “non avere commesso il fatto” e perché non sussiste il reato di omesso controllo del defibrillatore. I loro legali infatti spiegano che “essendo emerso che i malfunzionamenti di quel dispositivo erano stati sistematicamente segnalati dagli infermieri che lavoravano al 118 di Falerna alla struttura sanitaria di appartenenza”.
Dopo tre ore di Camera di Consiglio e in seguito alla requisitoria del pubblico ministero Luigi Maffia e le discussioni della famiglia di Antonella Vergoli la sentenza è stata pronunciata dal Tribunale di Lamezia Terme.
 
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