Chiesto il rinvio a giudizio per il camice bianco che nel 2017 certificò l’idoneità sportiva di Davide Astori. Secondo la Procura il calciatore morì per la mancata diagnosi di una patologia cardiaca
La Procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio, con l’accusa di omicidio colposo, di uno dei due medici indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Davide Astori. Si tratta dell’ex direttore della Medicina sportiva dell’ospedale fiorentino di Careggi.
Il camice bianco, nel luglio 2017, aveva certificato l’idoneità sportiva del 31enne capitano della Fiorentina, trovato senza vita il 4 marzo 2018 nella sua camera d’albergo ad Udine, dove la squadra era in ritiro per una partita di campionato.
Secondo la magistratura, il giocatore viola sarebbe deceduto per la mancata diagnosi di una patologia cardiaca che avrebbe dovuto tenerlo lontano dai campi di calcio. In base all’ipotesi accusatoria la diagnosi non fu fatta per la mancanza di alcuni esami che avrebbero potuto rivelare l’insorgere della patologia.
Il dottore toscano – come riporta l’Adnkronos – è indagato anche nell’ambito dell’inchiesta bis sulla morte di Astori, per falso materiale commesso da pubblico ufficiale in concorso con un collega dello stesso centro specialistico di Medicina sportiva. L’inchiesta riguarda un certificato medico relativo a un esame, lo Strain, a cui, secondo l’accusa, il calciatore non sarebbe mai stato sottoposto.
L’udienza preliminare è prevista per il 22 ottobre davanti al giudice del tribunale di Firenze. Dovrebbe essere invece stralciata la posizione del secondo medico indagato, il professionista che certificò l’idoneità sportiva di Astori nel 2014, quando militava nel Cagliari. Per lui nessuna richiesta di rinvio a giudizio.
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