Il Consiglio di Stato annulla le decisioni dell’AgCom di liberalizzare la pubblicità commerciale dei medici.
A farlo sapere è l’Ordine dei medici di Milano, secondo cui è stato così “tutelato il diritto costituzionale alla salute dei cittadini garantito dai Codici deontologici”. Nel dettaglio, spiega l’Ordine di categoria, il Consiglio di Stato “ha dato ragione ai ricorsi presentati dalla Federazione degli Ordini (Fnomceo) e dagli Ordine del Medici di Milano e Bologna, contro il pagamento di 800.000 euro inflitto alla fine del 2014 da AgCom per un articolo contenuto nel codice deontologico dei medici riguardante il divieto all’utilizzo della pubblicità commerciale da parte degli iscritti e, in particolare, dei Medici Odontoiatri.
«La decisione dell’AgCom – dice Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine di Milano – avrebbe limitato fortemente la possibilità di intervento degli Ordini in materia di trasparenza e veridicità della pubblicità effettuata da propri iscritti, in netto conflitto con il diritto alla salute dei cittadini». Andrea Senna, Presidente della Commissione Albo Odontoiatri dello stesso Ordine, commenta: «In questi anni abbiamo assistito a promozioni in campo odontoiatrico inverosimili in termini di prezzi e di prestazioni, che sicuramente disorientano il cittadino, mettendone a rischio la salute».
Per questo motivo hanno chiesto agli esperti sull’argomento di redigere un Parere Pro Veritate sulla Pubblicità sanitaria e il risultato è stato clamoroso: secondo l’impianto giuridico in ambito sanitario sarebbe permessa solo la pubblicità informativa trasparente e non quella commerciale/promozionale. L’Agcom nel sanzionare la Federazione degli Ordini dei Medici avrebbe così dato una interpretazione estensiva dell’impianto normativo non costituzionalmente corretta.
L’Ordine di Milano ha deciso all’unanimità di andare in adiuvandum nella causa pendente in Consiglio di Stato contro la Federazione per sollevare in quella sede la questione della legittimità costituzionale della interpretazione data dall’Agcom. Combattere una battaglia nell’interesse di tutti i pazienti perché venga ancora una volta affermato che il diritto alla salute è un principio che deve prevalere su qualsiasi logica commerciale e di profitto.