Sul caso dello stralcio dei debiti fino a 1000 euro interviene l’Anci che, in audizione in commissione finanze al Senato sul decreto fiscale, chiede la compensazione.

In merito allo stralcio dei debiti fino a 1000 euro interviene l’Anci, rappresentata dal vicepresidente dell’associazione dei Comuni Filippo Nogarin.

E lo fa nel corso dell’audizione in Commissione Finanze al Senato sul decreto fiscale.

Secondo Nogarin, in merito allo stralcio dei debiti fino a 1000 euro, occorre analizzare “senza pregiudizi gli effetti sulle diverse situazioni di un gruppo di comuni sufficientemente rappresentativo; introdurre la facoltatività dell’abolizione dei ruoli pregressi e studiare comunque una misura compensativa”.

Nello specifico, Anci afferma: “la cancellazione dei singoli carichi iscritti a ruolo di valore inferiore a 1000 euro, pur riguardante un periodo risalente nel tempo (2000-2010), pone problemi di carattere sia ordinamentale che finanziario”.

Inoltre, ha ricordato l’Anci, che “sotto il profilo ordinamentale e di principio, la legge interviene direttamente e senza compensazione su crediti di spettanza locale e in particolare dei Comuni”.

Tuttavia, “è indubbio che almeno una parte, anche piccola delle quote in questione può tuttora essere oggetto di riscossione” ha affermato l’Anci.

Per quel che concerne invece il profilo finanziario, Anci ha ricordato che i carichi a ruolo di basso importo sono per la maggioranza di spettanza comunale.

“Si stima – ha precisato Anci – un complesso di annullamenti valutabile tra i 3 e i 5 miliardi di euro, sulla base delle iscrizioni a ruolo del periodo considerato e dalle percentuali di annullamento/sgravio e pagamento osservate nel tempo”.

Anci ha poi precisato che sebbene non tutte le cancellazioni in questione concorrano alla formazione degli equilibri contabili, una parte di enti ha mantenuto a residuo i carichi iscritti a ruolo.

Questo, afferma, “in quanto formalmente ‘coltivati’ dal concessionario fino alla presentazione delle dichiarazioni di inesigibilità”.

Nasce dunque da qui la richiesta dei comuni di prevedere misure compensative.

“Un rilevante effetto compensativo – ha concluso Anci – potrebbe essere perseguito anche attraverso la riapertura del riaccertamento straordinario dei residui”.

Infine, in merito alla definizione agevolata, è stato chiesto ai Comuni che questa venga estesa “in modo esplicito anche alle entrate tributarie e patrimoniali degli enti locali con riferimento agli enti territoriali in un quadro di autonomia e facoltatività”.

 

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