Pretendevano una visita cardiologica immediata per il loro congiunto; nuovo episodio di violenza in Pronto soccorso all’ospedale del Mare di Napoli

Nuovo episodio di violenza in Pronto soccorso a Napoli. I parenti di un paziente avrebbero sfogato la loro rabbia con calci e pugni sui locali dell’ospedale del Mare, dove martedì pomeriggio un 44enne, accompagnato da alcuni familiari, è arrivato lamentando un malessere, forse di natura cardiologica.
Dopo i primi accertamenti e l’assegnazione di un codice giallo da parte dei sanitari il giovane era in attesa di essere visitato da uno specialista. Con il passare dei minuti, tuttavia, l’insofferenza dei familiari sarebbe montata fino a esplodere in violenza. Uno di loro avrebbe sfondato una porta scorrevole del presidio sanitario, rompendone anche il vetro.

Gli animi si sarebbero placati solo con l’intervento delle volanti della Polizia che avrebbero identificato e denunciato l’uomo per danneggiamento.

I parenti del paziente avrebbero riferito agli agenti di non aver trovato un cardiologo che potesse fornire immediatamente assistenza al loro congiunto. Tale circostanza sarebbe stata invece smentita dai sanitari dell’ospedale i quali, secondo quanti riporta il Mattino, sostengono che l’uomo pretendesse di essere visitato da uno specifico cardiologo di reparto, già conosciuto. Il giovane è stato comunque assistito e dimesso senza la necessità del ricovero.
“Nessuno Tocchi Ippocrate”, che raccoglie le segnalazioni degli episodi di violenza contro gli operatori sanitari sul territorio partenopeo, sostiene di aver verificato quanto accaduto con i diretti interessati. Da quanto emerso il cardiologo sarebbe stato regolarmente presente in struttura. L’Associazione, dunque, conferma che non vi sarebbe alcuna negligenza da parte della struttura.
L’episodio ha fatto riemergere il problema della sicurezza nelle strutture ospedaliere. Giuseppe Alviti, presidente dell’Associazione nazionale della vigilanza privata, ha raccontato al Mattino che anche l’intervento delle guardie giurate ha contribuito a evitare il peggio, chiedendo però al più preso l’installazione della videosorveglianza.
 
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