La signora, affetta da una grave malattia della valvola aortica, è stata operata presso il Policlinico Gemelli di Roma ed è tornata a casa dopo una settimana di degenza

Eccezionale operazione al Policlinico Gemelli di Roma sia per la tecnica adottata, sia per l’età della paziente. A finire sotto ai ferri, infatti, per un intervento a cuore aperto, è stata una donna di quasi 100 anni.
Nata nel 1920, la signora aveva sviluppato una grave malattia della valvola aortica (stenosi valvolare aortica serrata) che l’aveva ridotta a uno stato di grave sofferenza con affanno e mancanza del respiro dopo sforzi minimi.
Motivata a farsi curare, la quasi centenaria è stata assistita dall’équipe del professor Filippo Crea, ordinario di Cardiologia all’Università Cattolica e direttore del Polo di scienze cardiovascolari e toraciche all’interno del Percorso clinico delle valvulopatie (Heart Valve Clinic) del Gemelli.
Cardiologi clinici e interventisti, aritmologi, cardioanestesisti, fisiatri insieme ai cardiochirurghi, hanno approfondito la diagnosi decidendo la terapia più idonea. Dopo un’adeguata preparazione, l’intervento è stato eseguito con una tecnica originale micro-invasiva, che comporta un’incisione di 2 cm sul torace, utilizzando le tecnologie più innovative tra cui la sala operatoria ibrida di cui è dotata la struttura capitolina.
L’operazione, condotta dall’équipe della Unità operativa di cardiochirurgia diretta dal professor Massimo Massetti – ordinario di cardiochirurgia all’Università Cattolica di Roma – è stata superata con successo e dopo appena una settimana di degenza post operatoria la signora è tornata a casa in piena autonomia.
“Questo approccio – spiega Massetti – è stato realizzato sulla paziente come un sarto confeziona un abito su misura e il limite dell’età è stato superato grazie alla grande collaborazione di tutti gli specialisti, che hanno messo in sinergia le proprie competenze per realizzare questo intervento chirurgico salvavita”.
“L’invecchiamento della popolazione italiana – commenta Antonio Rebuzzi, direttore dell’Unità intensiva cardiologica del Gemelli – richiede continue sfide che i medici possono affrontare non solo introducendo nuove terapie, ma anche modificando la gestione centrata sul paziente all’interno dell’ospedale. La creazione di percorsi clinici specifici per ogni patologia cardiaca, insieme a una ristrutturazione dei reparti, degli ambulatori e delle sale operatorie, costituiscono un reale progresso nella diagnosi e cura delle malattie cardiache”.

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