Il sottosegretario alla Salute ha incontra Foad Aodi (Amsi) sottolineando la necessità di trovare soluzioni condivise in materia di circoncisione rituale per scongiurare il decesso di altri bambini innocenti

“In questi giorni la cronaca ci riporta l’urgenza di trovare una soluzione condivisa e sostenibile per far sì che chiunque avanzi la richiesta di poter effettuare una circoncisione rituale “preventiva”, ossia su soggetti sani, possa farlo in sicurezza nelle strutture sanitarie al costo del ticket, in base al reddito, senza aggravi per il Servizio sanitario nazionale.
Come ha dichiarato opportunamente il ministro della Salute, Giulia Grillo, nessuna vita dovrà più essere spezzata per interventi eseguiti in modo inappropriato, clandestino, nella totale assenza di regole. Stiamo lavorando a un provvedimento per consentire ai cittadini di effettuare la circoncisione in completa sicurezza, attivando insieme alle Regioni le modalità più appropriate per intercettare una richiesta di intervento che negli ultimi anni è diventata significativa”.
È il commento del sottosegretario alla Salute, Armando Bartolazzi, al margine di un incontro con Foad Aodi, fondatore e presidente dell’Associazione nazionale medici di origine straniera in Italia (Amsi). Nel corso dell’appuntamento è stato concordato l’avvio di un tavolo tecnico su sanità e immigrazione composto da ministero della Salute, Amsi e Fnomceo.

“È prioritario ricondurre in ambito sanitario una pratica che se fatta da “santoni” senza scrupoli non potrà che portare altre disgrazie”.

“L’intervento – chiarisce il sottosegretario – deve poter essere fatto da chiunque ne faccia richiesta in day surgery, nelle strutture del nostro Ssn, a prescindere dalle implicazioni di carattere religioso. Non possiamo più permettere che ci siano altri bambini sacrificati e occorre individuare rapidamente una modalità per facilitare questo percorso. La nostra priorità è tutelare il diritto alla salute di tutti”.
Ogni anno in Italia si effettuano 6mila circoncisioni su bambini di origine straniera. Di queste il 35% in modo clandestino, in totale assenza di regole.
“Facilitare l’accesso alla circoncisione – dichiara Aodi – non solo eviterà altre morti assolutamente inaccettabili, ma può aiutare il dialogo tra le comunità straniere e quella italiana. Il mio appello a tutti i cittadini di origine straniera e, in particolare a quelli arabo-musulmani, è di rivolgersi al Servizio sanitario nazionale. Tutti devono rispettare le leggi dei paesi di accoglienza perché la cittadinanza comincia dall’osservanza dei doveri per poter pienamente godere dei diritti”.
 
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