L’iniziativa, realizzata sulla base di un protocollo tra Polizia postale e S. Orsola –Malpighi, mira a prevenire un fenomeno – il cyberbullismo – ancora poco intercettato

E’ operativo a Bologna, all’interno del Pronto soccorso pediatrico dell’Azienda ospedaliero-universitaria S.Orsola-Malpighi, il punto di ascolto e presa in carico multidisciplinare per la prevenzione dei crimini di cyberbullismo. L’iniziativa è rivolta ad adolescenti, genitori e anche operatori sociali, scolastici e sanitari. E’ il frutto di un protocollo tra la struttura sanitaria e la Polizia Postale.

“Noi siamo riferimento metropolitano per la violenza e l’abuso sui soggetti minori per età”. A speigarlo all’Agenzia Dire è Marcello Lanari, professore di Pediatria dell’Università di Bologna e direttore della Pediatria di urgenza e del Pronto soccorso del Sant’Orsola.

“Registriamo ogni anno almeno 80 minori che hanno subito varie forme di maltrattamento, dall’abuso fisico alla violenza sessuale e al neglect”. Con quest’ultimo termine si definisce l’incuria che può compromettere le possibilità di sviluppo psicoemotivo e fisico del bambino. Tuttavia, precisa Lanari, il cyberbullismo è forse la forma che emerge ancora meno all’interno di un pronto soccorso pediatrico. “Da noi arrivano solo i casi più eclatanti”.

Tra questi bambini ci sono quelli che denunciano di aver subìto una violenza in rete.

Le forme di cyberbullismo sono varie: dalle minacce all’esclusione sociale attraverso la diffusione di illazioni online. Queste ultime, ad esempio, sulle ragazze spesso riguardano la promiscuità sessuale. Per i ragazzi, invece, potrebbero essere relative all’identità sessuale, o a fatti sgradevoli riferiti alla famiglia.

Le forme di abuso in rete comprendono anche il sexting. Si tratta di un neologismo – spiega Lanari – “utilizzato per indicare l’invio nel Web di immagini intime poi postate tra amici”. Un fenomeno che spesso innesca “un percorso drammatico che può portare all’estremo ad episodi di suicidio”.

Un’altra forma di violenza è l’adescamento in rete. Numerose indagini nazionali e internazionali evidenziano, infatti, che spesso i ragazzini incontrano gli adulti conosciuti in rete.

Il protocollo con la Polizia Postale mira proprio ad affrontare queste problematiche. L’obiettivo, ad esempio, è scovare i siti che inneggiano all’anoressia e alla bulimia o all’autolesionismo, alla violenza di genere  e a quella etnica. “Sono tutte situazioni che intercettiamo troppo poco – sottolinea il professore – e spesso ci vengono riferite quando sono state già superate più o meno positivamente”.

 

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