All’Istituto Mario Negri scoperto meccanismo responsabile della associazione tra demenza e trauma cranico. Lo studio pubblicato sulla rivista Brain

Uno studio realizzato dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Irccs di Milano e pubblicato sulla rivista scientifica Brain ha messo in relazione demenza e trauma cranico.

Il trauma cranico, infatti, induce la formazione di una forma anomala della proteina tau. Essa si propaga nel cervello causando perdita di memoria e danni ai neuroni.

La relazione tra demenza e trauma cranico è stata quindi messa in evidenza in questo studio specifico con risultati interessanti.

In Europa più di 5 milioni di persone vivono con una disabilità fisica e/o psicologica che è conseguenza di un trauma cranico moderato o grave.

Lo studio dell’Irccs Mario Negri ha collegato demenza e trauma cranico. Lo studio ha evidenziato la propagazione della tau quale meccanismo alla base della disabilità permanente nel paziente traumatizzato.

La ricerca, inoltre, suggerisce che interferire con questo meccanismo possa avere effetti terapeutici.

Elisa Zanier, insieme a Roberto Chiesa, ha coordinato lo studio.

“Il trauma cranico grave – spiega Zanier – è la principale causa di morte e disabilità permanente nei giovani adulti. Inoltre, anche quando di lieve entità, rappresenta un importante fattore di rischio per l’insorgenza di demenze come l’Alzheimer e l’encefalopatia cronica post-traumatica, malattia tipica degli sport da contatto, come la boxe”.

Per il team di ricerca dunque, comprendere il meccanismo che causa la transizione da danno cerebrale acuto a malattia cronica neurodegenerativa è fondamentale.

Esso, spiega Zanier, “consentirebbe di sviluppare nuove terapie”.

“Analizzando il cervello di individui deceduti anni dopo un singolo trauma cranico grave – ha spiegato William Stewart, neuropatologo dell’Università di Glasgow che ha partecipato allo studio – abbiamo notato che si formavano depositi diffusi di una forma anomala della proteina tau, tipica di alcune demenze”.

Questo fenomeno è stato riprodotto nelle cavie.

“Abbiamo visto – spiega Chiesa – che la proteina tau anomala si formava inizialmente nella zona attigua al trauma ma, col tempo, si diffondeva alle altre aree del cervello”.

Tale fenomeno per i ricercatori è qualcosa di molto simile alla propagazione dei prioni, le proteine infettive scoperte dal premio Nobel Americano Stanley Prusiner.

Infatti, al pari del prione, la tau generata dal trauma, propagandosi nel cervello, induceva perdita di memoria e danni alle cellule nervose.

“Il fatto che un singolo trauma generi una forma di tau in grado di auto-propagarsi contribuendo al danno a lungo termine, spiega come un evento meccanico acuto possa evolvere in una malattia progressiva neurodegenerativa” ha concluso Zanier.

 

Leggi anche:

DEMENZA E ALZHEIMER, DOPPIO TEST COMBINATO PER PREVEDERE LA PATOLOGIA

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui