Uno studio condotto in Svezia su oltre 27mila pazienti affetti da diabete di tipo 1 evidenzia che per chi si ammala prima dei 10 anni di età si accorcia l’aspettativa di vita

Quando colpisce bambini sotto i 10 anni di età, il diabete di tipo 1 è associato a molte più complicanze e accorcia l’aspettativa di vita dei pazienti. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet e condotto in Svezia presso l’Università di Göteborg.

Dalla ricerca è emerso che le donne che si ammalano da bambine hanno in media un’aspettativa di vita ridotta di ben 18 anni. Vivono, infatti,  in media 70,9 anni rispetto agli 88,6 anni delle donne senza diabete.

Per gli uomini che si ammalano da bambini l’aspettativa di vita si accorcia invece di 14 anni. La vita media è di 69,1 anni contro gli 83,3 dei maschi senza patologia.

La malattia è più clemente con coloro che si ammalano tra 26 e 30 anni; in questo caso l’aspettativa di vita si riduce in media di 10 anni.

Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmunitaria. Le cellule immunitarie del paziente attaccano il pancreas, più precisamente la porzione di organo che produce l’ormone che regola lo zucchero nel sangue, l’insulina. Significa che i pazienti dipendono da iniezioni di insulina per regolare la glicemia. Se la malattia si manifesta nell’infanzia è molto più difficile per bambino e genitori gestire la malattia evitando i picchi glicemici e le pericolosissime ipoglicemie. Per fortuna oggi cominciano a farsi strada pompe insuliniche che iniettano l’ormone al bisogno in modo automatico.

Lo studio condotto in Svezia ha coinvolto oltre 27 mila diabetici di tipo 1 e 135 mila soggetti sani di controllo. I risultati hanno evidenziato che, quando la malattia ha il suo esordio sotto i 10 anni di età, il paziente rischia molto di più di avere complicanze cardiovascolari anche gravi.

Il rischio è moltiplicato di decine di volte, con conseguente calo considerevole dell’aspettativa di vita.

Gli autori del lavoro sottolineano che i pazienti diabetici che si ammalano da bambini dovrebbero essere sottoposti a controlli preventivi più stringenti con terapie mirate.

“È uno studio epidemiologico interessantissimo” – sottolinea all’ANSA Francesco Dotta, ordinario di Endocrinologia dell’Università di Siena e membro della Società Italiana di Diabetologia. Il lavoro, sottolinea Dotta, “mette in evidenza che chi si ammala tra 0 e 10 anni è particolarmente a rischio”. Inoltre, suggerisce che sebbene si tratti di bambini o ragazzi si devono tenere sotto controllo colesterolo, pressione e altri fattori di rischio cardiovascolari. “Lo studio accende una lampadina su questa fascia di età che, quindi, va particolarmente monitorata”.

Il quadro, tuttavia, potrebbe considerevolmente migliorare in futuro per i nuovi pazienti. Il tutto grazie alle nuove insuline, ai nuovi metodi di automonitoraggio della glicemia e di pompaggio automatico dell’insulina, nonché alla disponibilità di nuove terapie cardioprotettive”.

“In Italia – conclude Dotta – ci sono 84 nuovi casi l’anno ogni milione di persone, quindi qualcosa come 5000 nuovi casi l’anno di diabete di tipo 1. Potrebbe essere interessante avere un quadro chiaro della situazione italiana anche in base alle fasce di età di insorgenza della malattia”.

 

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