L’introduzione del Polo unico prevede la possibilità di effettuare fino a due visite fiscali al giorno per contrastare gli abusi

È una delle novità destinate a fare maggiormente discutere quella che, con l’arrivo del Polo unico, introduce la possibilità di effettuare fino a due visite fiscali al giorno a casa del lavoratore.
Questo stratagemma, infatti, si prefigge di combattere eventuali abusi da parte dei soliti “furbetti” ammettendo anche due visite fiscali al giorno per chi si assenta.
È però fondamentale ricordare che tale controllo può essere richiesto dall’azienda (per i dipendenti privati) o dall’amministrazione (per quelli pubblici), ma che da oggi potrà essere disposto in via autonoma anche dall’Inps stesso, senza bisogno di sollecitazioni del datore.
Questa possibilità, prima del provvedimento, valeva solo per i dipendenti privati e non per quelli pubblici, ma da oggi tutto cambia.
Non solo. Fino a oggi il lavoratore poteva ricevere una sola visita al giorno, ma al fine di evitare quegli episodi in cui il dipendente, una volta ricevuto il controllo, usciva di casa, si è stabilito di cambiare registro.
Da oggi infatti le due visite fiscali a giorno sono una realtà.
A sua volta il datore di lavoro potrà far eseguire anche due verifiche in tre giorni.
Ma attenzione. Questo sarà possibile solo se, come ha affermato la Cassazione, le visite reiterate non siano disposte per molestare o danneggiare il lavoratore con stato di malattia chiaramente accertato.
Oltre a questo, è bene ricordare che le visite fiscali si intensificheranno nei weekend e a ridosso dei giorni di ponte dal lavoro in cui solitamente aumentano le richieste di malattia.

In merito però alla possibilità, per il lavoratore malato, di ricevere più visite fiscali nell’arco della medesima malattia e di rispettare le fasce di reperibilità anche nei giorni successivi a quello prima visita fiscale ricevuta, si scontrano due interpretazioni opposte.

Infatti, un orientamento sostiene che il lavoratore debba sempre rendersi reperibile nelle fasce orarie, anche quando il controllo medico è già avvenuto.
Questo perché il datore di lavoro può chiedere più visite fiscali nell’arco della medesima malattia a condizione che ciò non sia rivolto a molestare o danneggiare il lavoratore senza un valido motivo.
Un altro orientamento, invece, sostiene che la visita fiscale, risolvendosi in una limitazione della libertà di movimento del malato per via degli orari di reperibilità, non impone al lavoratore di rimanere a casa una volta che il medico di controllo ha accertato la malattia.
Questa limitazione potrebbe quindi incidere negativamente sulla guarigione, specie nel caso di patologie la cui cura richieda di spostarsi dalla propria casa per recarsi in località più consone alla guarigione.
A questo proposito la Cassazione ha riconosciuto al dipendente il diritto al risarcimento del danno nei confronti dell’azienda che abbia richiesto continue visite domiciliari, nel caso in cui il datore ignori i risultati dei precedenti controlli che confermavano una effettiva malattia.
In questa circostanza è possibile riconoscere un intento persecutorio che può causare anche un aggravamento della malattia del lavoratore.
 
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