Errata refertazione di Holter ed errato dosaggio del farmaco antiaritmico (Tribunale Firenze, dep. 25/05/2022, n.1590).

Errata refertazione di Holter ed errato dosaggio di farmaci sono i due errori contestati al Cardiologo e all’Istituto.

La paziente cita a giudizio il Medico cardiologo e l’Istituto per sentirli condannare, in solido tra di loro, al risarcimento dei danni subiti in conseguenza della morte della figlia, avvenuta nella notte tra il 21 ed il 22 ottobre 2011, e quantificati nella somma di euro  1.730.000.000.

La paziente era stata sottoposta ad un intervento al cuore; il 15.04.2011 aveva effettuato un esame Holter presso la clinica e la sera del 21.10.2011 era improvvisamente deceduta, qualche ora dopo aver chiesto un consulto telefonico al suo Cardiologo.

Secondo l’attrice, riguardo la posizione del Cardiologo ha evidenziato erroneo dosaggio del farmaco antiaritmico (Sotalolo); omessa prescrizione di indagini ulteriori volte a verificare, alla luce della patologia dalla quale era affetta paziente, lo stato del tessuto cardiaco; superficialità nell’aver confidato apoditticamente nel referto Holter dell’aprile 2011; mancata indicazione, la sera del decesso, di recarsi precauzionalmente al Pronto Soccorso.

In relazione, invece, alla invocata responsabilità dell’Istituto, questa veniva individuata nella ritenuta errata refertazione dell’esame Holter eseguito in data 15.04.2011.

In fatto, la sera del 21.10.2011, la paziente deceduta, fin dall’adolescenza affetta da cardiopatia da ‘sindrome di Barlow’ con insufficienza mitralica, quest’ultima corretta e risolta con intervento di plastica mitralica eseguito in data 4.11.2010 presso l’Ospedale San Raffaele di Milano – dopo aver cenato a casa propria con una amica, accusò un forte dolore retrosternale. Preoccupata dalla intensità dei sintomi, contattò telefonicamente il Cardiologo il quale, non associando la sintomatologia riferita ad un problema cardiaco, ma attribuendo la stessa ad un problema gastro-esofageo, le consigliò di assumere latte caldo, senza altre indicazioni. La donna seguì il consiglio del Cardiologo e poco dopo vomitò, provando un temporaneo sollievo dal dolore, verso la mezzanotte congedò l’amica rimanendo sola. sennonchè, alle 2:45 del 22.10.2011 il marito,  rincasato dal lavoro, trovò la moglie stesa sul letto priva di vita.

Sulla responsabilità del Cardiologo, con riguardo alla correttezza e adeguatezza della terapia farmacologica somministrata (Sotalolo nella dose di 40 mg al giorno), la CTU ha avuto modo di chiarire che: ‘tale farmaco viene somministrato a scopo antiaritmico, il dosaggio è personalizzato sulla base del risultato terapeutico e che non emergono profili di colpa o imperizia.

Comunque a venire in rilievo, ancora prima dell’assenza di profili di colpa, è l’accertata insussistenza di un nesso eziologico tra il dosaggio del farmaco in questione e la causa che condusse al decesso la giovane.

Per quanto concerne, l’assunto attoreo di una errata refertazione dell’ Holter dell’aprile 2011, anch’essa è rimasta priva di fondamento probatorio. Al contrario, la perizia svolta ha confermato quanto viceversa sostenuto dai medici convenuti e dai rispettivi consulenti rilevando che “il referto in questione ha evidenziato ‘sporadiche extrasistoli ventricolari e 1 coppia’ (e non la ‘tripletta’ di cui discorre parte attrice) e che ‘non si rileva nessuna errata refertazione del tracciato Holter”.

In relazione, infine, ai profili di censura mossi da parte attrice riguardo alla condotta tenuta dal Cardiologo la notte del tragico evento, ossia, nel dettaglio, l’omesso collegamento del dolore toracico alla patologia cardiaca pregressa e all’omessa indicazione di recarsi al Pronto Soccorso, la C.T.U. ha avuto modo di a verificare che: “Nei casi documentati la FV [Fibrillazione Ventricolare maligna, a cui materialmente è imputabile il decesso della giovane è indotta da una singola extrasistole ventricolare per cui l’evento è improvviso e non preceduto da alcuna sintomatologia….La possibilità che tale sintomatologia sia di tipo anginoso è remota… Prevedere di lì a poco una SD, impossibile”.

Nessun profilo di responsabilità può addebitarsi al Cardiologo in relazione alla tragica morte della paziente.

Sulla responsabilità dell’Istituto, inerente la refertazione dell’Holter, non sono emersi profili di negligenza o imperizia. La CTU ha difatti accertato “’non si rilevano errori nella refertazione del tracciato dell’esame Holter suddetto, il quale ha rilevato la presenza di sole 6 extrasistole ventricolari nelle 24 ore con 1 coppia ventricolare. Appare peraltro dirimente la circostanza per cui pure l’eventuale presenza di una tripletta non avrebbe rilievo alcuno poiché non avrebbe comunque comportato la necessità di ulteriori approfondimenti.”

Conseguentemente viene esclusa la sussistenza di responsabilità per malpractice medico-sanitaria nei confronti del Cardiologo e dell’Istituto e la domanda viene rigettata.

La redazione giuridica

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