Scoperta a Latina un’attività di furto e ricettazione di certificazioni mediche per ottenere farmaci oppioidi in farmacia e rivenderli illegalmente
Quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere e tre ordinanze agli arresti domiciliari. E’ l’esito di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Latina e condotta dal locale nucleo dei Carabinieri del Nas. Le misure cautelari sono state emesse dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo pontino. Gli indagati, nello specifico, sono accusati di aver rubato ricette e timbri che, previa falsificazione, venivano presentate in farmacia per ottenere farmaci oppioidi poi rivenduti illecitamente. Agli arrestati sono contestati i reati di ricettazione e falso materiale in certificazioni mediche, truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale e detenzione illecita di sostanze stupefacenti per finalità di spaccio.
L’attività investigativa, convenzionalmente denominata “COMPRESSA EXPRESS’, è stata avviata nel 2019. L’indagine è partita da alcune verifiche sulla corretta dispensazione di medicinali presso varie farmacie pontine, che hanno posto in evidenza un eccessivo e immotivato volume di prescrizioni di un farmaco oppioide semisintetico, il cui principio attivo stupefacente è denominato “Ossicodone”, caratterizzato da una molecola strutturalmente correlata a morfina e codeina.
I successivi approfondimenti – compiuti attraverso ricognizione fotografiche, servizi di osservazione e pedinamento, e acquisizioni documentali – hanno permesso di chiarire il modus operandi dei soggetti destinatari delle ordinanze di custodia cautelare, tutti gravati da precedenti penali specifici.
Sono stati censiti complessivamente 340 distinti episodi nei quali gli indagati si erano recati con le ricette mediche presso le farmacie delle province di Latina e di Roma con ricette mediche falsificate nel contenuto e poi risultate provento di pregressi furti perpetrati ai danni di aziende ospedaliere, studi medici e di medicina generale. La falsità materiale delle ricette, compilate e firmate dai medesimi indagati, risultava facilitata – sottolineano i NAS – dall’apposizione dei timbri sottratti in precedenza agli ignari medici.
La ricostruzione della dinamica delittuosa, avvenuta attraverso il tracciamento di ogni singola ricetta rimborsata, ha consentito di appurare che grazie all’attività illecita gli indagati sono riusciti a procurarsi circa 12.000 compresse di principio attivo stupefacente a base di “Ossicodone” che, se rivedute a un prezzo di circa 10,00 euro l’una, avrebbero fruttato un ricavo complessivo di circa 120.000 euro.
Leggi anche:
RICETTAZIONE E COMMERCIO ILLECITO DI ANABOLIZZANTI, 6 ARRESTI IN LOMBARDIA