Dalla prima indagine nazionale sul Follow up del neonato pretermine realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità emerge che il servizio risulta essere garantito nella maggior parte dei Centri Italiani fino ai 2-3 anni di vita
In occasione della Giornata Mondiale della Prematurità, che si celebra il 17 novembre, l’Istituto Superiore di Sanità ha presentato la prima indagine nazionale sul Follow up del neonato pretermine. Il lavoro mostra un quadro complessivo positivo e consolidato, nonostante la carenza di indicazioni specifiche regionali e nazionali.
I dati, raccolti grazie alla collaborazione tra l’ISS, la Società Italiana di Neonatologia (SIN) e Società Italiana di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), rivelano che in oltre 85% dei reparti di Terapia Intensiva Neonatale (TIN) italiani sono presenti servizi di Follow up. La maggior parte delle TIN riesce a seguire più di 50 bambini ad alto grado di complessità all’anno e il Follow-up risulta essere garantito nella maggior parte dei Centri Italiani fino ai 2-3 anni di vita.
E’ importante però considerare – sottolinea l’Istituto – che i neonati prematuri sono ad elevato rischio di esiti a distanza (neurosensoriali, cognitivi, respiratori) ed è pertanto necessario un attento monitoraggio dello sviluppo attraverso specifici protocolli.
Attualmente, purtroppo – rileva l’indagine – solo il 22% delle TIN riesce a prolungare il Follow up dei nati prematuri fino all’ingresso a scuola mentre risulta fondamentale assicurare a questi bambini continuità assistenziale ed accertamenti ripetuti nel tempo fino all’età scolare.
Finora le aree di valutazione del bambino incluse nel Follow up dalla quasi totalità dei centri sono quella neuromotoria (99%) e quella della crescita e nutrizione (95%). Quasi sempre incluse anche la valutazione della vista (86%) e dell’udito (80%), delle capacità comunicative e linguistiche (65%), della funzionalità respiratoria (59%). Infine, in un terzo dei centri viene valutata la qualità della vita (30%).
La valutazione di queste aree di rischio storiche e ampiamente note e approfondite in letteratura è ormai diffusa capillarmente fino ai 2-3 anni di vita.
Meno capillare è la valutazione delle aree emergenti. Tra queste, i disturbi dello spettro autistico, i disturbi di linguaggio e di comportamento. Sopperire a tale mancanza è proprio uno degli obiettivi che l’ISS sta perseguendo in forte sinergia con il Ministero della Salute tramite l’Osservatorio Nazionale Autismo (www.osservatorionazionaleautismo.it) e in collaborazione con le Società Italiane di Neonatologia, di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza e le principali Società Scientifiche dell’area pediatrica. Lo scopo è quello di sviluppare e implementare i protocolli di sorveglianza e di valutazione dello sviluppo nelle popolazioni ad alto rischio.
Un’altra area di criticità è la strutturazione di un network stabile tra servizi di Follow-up e con gli altri servizi e professionisti che entrano nel percorso di presa in carico dei bambini che manifestano conseguenze dalla nascita prematura.
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