I genitori della giovane morta dopo un aneurisma il 6 novembre scorso hanno dato il consenso alla donazione degli organi della figlia

Dal decesso della giovane morta dopo un aneurisma, in circostanze ancora da chiarire al Pertini, sono trascorse poco più di due settimane. Ma nel dramma di questa vicenda, la famiglia ha avuto la forza di dare il consenso all’espianto degli organi della giovane morta dopo un aneurisma.
Organi che, ora, daranno speranza ad altre persone.
Nel frattempo, gli ispettori del ministero sono andati all’Ospedale Pertini dove l’adolescente ha passato quasi 4 ore.
Accompagnati dai carabinieri del Nas, i tecnici inviati dal ministro Lorenzin hanno riscontrato alcune anomalie.
Prima fra tutte, i probabili ritardi nel trasferimento dal Pertini, dove manca il reparto di neurochirurgia, ad altra struttura. La prima richiesta era stata fatta all’Umberto I che, però, non ha inoltrato al Bambino Gesù. Al policlinico, infatti, vista l’età della ragazzina hanno pensato che fosse meglio affidarla a una struttura pediatrica. Tuttavia, non hanno provveduto direttamente.
E non è tutto.

Gli ispettori del Ministero hanno anche riscontrato un ritardo nel trasferimento con autoambulanza. La ragione? Per circa 40 minuti non ce n’era nemmeno una disponibile.

Eppure le condizioni della giovane morta dopo un aneurisma erano già disperate.
Un altro punto oscuro è l’assegnazione del codice giallo e il fatto che non sia stato previsto l’elisoccorso.
Tutti elementi sui quali si stanno concentrando le indagini coordinate dalla procura di Roma.
I magistrati hanno affidato una consulenza per accertare se, intervenendo prima, la ragazzina avrebbe potuto salvarsi.
Se questo fosse accertato, si potrebbero ipotizzare responsabilità a carico di chi ha sbagliato la diagnosi iniziale costringendo la giovane morta dopo un aneurisma a un’attesa interminabile e, quindi, fatale.
Si apprende, comunque, che si tratta di dati parziali, posto che, stando alla prima analisi del ministero il ritardo che avrebbe maggiormente inciso sulla morte della quattordicenne è quello della prima diagnosi di pronto soccorso. Appena arrivata, infatti, i medici avevano parlato di stress.
“La faccia riposare”, avevano detto alla mamma che chiedeva con insistenza una tac al cervello.
Solo dopo numerose insistenze da parte della madre era stata fatta una tac. Accertamento che aveva rivelato l’esistenza di una emorragia “massiva” al cervello. E che fatto scattare l’emergenza..
Anche lì però, c’è voluta almeno un’ora per avere un’ambulanza che la portasse al Bambin Gesù, dove la giovane è poi deceduta dopo ben tre operazioni al cervello.
 
 
 
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