Il 7 luglio scorso, “Il Resto del Carlino” ha riportato un caso di presunta malasanità a Rimini.

La presunta vittima è un 33enne di Riccione, Stefano Gambini.

“Martedì 14 aprile mi ritrovo la mano sinistra ‘ghiacciata’ – spiega Gambini al quotidiano locale – , e vado al Pronto soccorso di Rimini. Mi rimandano a casa. Torno l’indomani, mi viene diagnosticata una distorsione al polso. Ma il dolore continua”. Nel frattempo il sig. Gambini si fa visitare da vari specialisti in diverse cliniche, anche private. Sabato 18 aprile, però, ci sono dei peggioramenti. “Nel fare un movimento normalissimo – spiega – mi è andato in ipotermia metà braccio sinistro. Nelle ore successive mio padre mi porta al Pronto soccorso di Riccione, di lì mi mandano all’ospedale di Rimini, in codice rosso, massima gravità. Erano le 6 del mattino di domenica 19 aprile”.

Ed ecco la tragica scoperta. “Ero in ischemia, c’era un trombo all’altezza dell’omero, cioè la circolazione del sangue bloccata, e a Rimini ho dovuto attendere fino al giovedì 23 aprile per l’intervento chirurgico”.

Il 25 aprile, il sig. Gambini si sottopone a un intervento chirurgico per l’ amputazione del braccio sinistro.

“Il primo dei tre, con il quale mi hanno tolta l’arteria omerale, messo un by pass e ‘ripulito’”.

“Ero in terapia intensiva e avevo una trombosi in atto che è stata lasciata lì – afferma il paziente – Poi mi hanno visitato due professori. La mano e il braccio erano andati in cancrena. Mi hanno parlato di rischio mortale. Così ho acconsentito all’amputazione del braccio.

Il giorno 6 luglio, il ragazzo si è recato, insieme alla madre, alla questura di Rimini per sporgere denuncia contro l’Ausl. Come risarcimento del danno, il ragazzo ha chiesto che l’Ausl gli paghi l’intervento di reimpianto dell’arto, a Monza o in un altro centro, oltre che il versamento di una somma di denaro di “varie centinaia di migliaia di euro”.

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