Assolte perché il fatto non sussiste due dottoresse accusate della morte di un imprenditore colto da infarto il giorno successivo a una visita in Pronto soccorso

Nessuna responsabilità medica per la morte di un 54enne salentino, noto imprenditore colto da infarto e deceduto nel maggio del 2015. Sono state assolte perché il fatto non sussiste due dottoresse dell’Ospedale di Scorrano (Lecce) che visitarono la vittima la sera prima del decesso.

Si tratta nello specifico di un medico del Pronto soccorso e di una cardiologa, accusate di non aver valutato adeguatamente i sintomi di un infarto. Su tali basi i familiari del defunto avevano chiesto un risarcimento pari a 1 milione e 300mila euro.

L’uomo, titolare di una serie di strutture turistiche sulla costa adriatica, si era recato in presso il nosocomio del centro salentino la sera precedente la tragedia. Secondo l’accusa le professioniste non avevano informato adeguatamente il paziente sui rischi che correva nel rifiutare il ricovero. Di conseguenza non era stato possibile sottoporre il paziente a quegli esami che avrebbero consentito di accertare la sindrome coronarica acuta e di intervenire tempestivamente.

Il Gup di Lecce, invece, ha ritenuto che le due indagate abbiano agito correttamente, secondo protocollo.

Decisiva ai fini della decisione la consulenza disposta dalla Procura. Le conclusioni della perizia, infatti, hanno avallato la tesi difensiva, ovvero che l’imprenditore lasciò l’ospedale nonostante le sollecitazioni a rimanere sotto osservazione.
Secondo quanto riportato da Lecceprima, di fronte al rifiuto dell’uomo di ricoverarsi gli era stata prescritta la cardioaspirina. Gli era stato raccomandato di non eseguire sforzi di alcun genere ed era stato invitato ad allertare immediatamente il 118 qualora i dolori fossero ricomparsi. Inoltre gli sarebbe stato persino fissata una prova da sforzo. Insomma, la Procura ha accertato che tutti i tentativi dei medici di trattenere l’uomo furono vani.

 

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