Dopo 6 anni si chiude il calvario per un ex primario di cardiologia assolto in via definitiva dalla Cassazione nella inchiesta ‘Camici sporchi’

Ci sono voluti sei anni, ma alla fine si è chiusa la vicenda giudiziaria per l’ ex primario di cardiologia assolto, Maria Grazia Modena.

Per la Cassazione, infatti, il fatto non sussiste. La dottoressa Modena era primario di cardiologia del Policlinico di Modena.

“Avevo successo e questo dava fastidio agli altri medici – afferma oggi – Il mio camice è sempre stato pulito. E ora, dopo 6 anni, voglio tornare in ospedale”.

Il calvario dell’ ex primario di cardiologia assolto è durato sei anni, poi la Cassazione ha messo il punto alla vicenda giudiziaria che l’aveva riguardata ingiustamente. Sono cadute tutte le accuse che gravavano su di lei nell’ambito dell’inchiesta che riguardava presunte sperimentazioni su pazienti ignari. 

Era il 2012 quando scoppiò lo scandalo che portò Maria Grazia Modena agli arresti domiciliari. Ma non fu l’unica coinvolta.

Oltre a lei, infatti, furono emesse misure cautelari per altre 8 persone per presunte sperimentazioni abusive sui pazienti inconsapevoli che l’accusa sosteneva avvenissero nel reparto da lei diretto.

Dopo l’assoluzione dall’ipotesi di falso da parte dei giudici, la dottoressa Modena ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera.

In primo grado, ha spiegato, era stata condannata dal tribunale di Modena nel febbraio del 2015 e poi assolta in appello il 2 dicembre del 2016.

Ma secondo la dottoressa Modena tutto è nato dall’invidia dei suoi colleghi.

“Avevo 60 anni, ero all’apice del successo, famosa, potente, invidiata, vincente – ha dichiarato -. Dirigevo la cardiologia di Modena, insegnavo all’università, avevo creato gruppi specialistici di prim’ordine e questo dava fastidio”.

E non è tutto. Modena ricorda le ingiurie per strada, le lettere “con carta igienica insanguinata e messaggi sul cellulare irriferibili”. Un clima non propriamente ‘sereno’.

“Mi hanno annoverata tra i camici sporchi della sanità modenese – ha dichiarato -, come venne ribattezzata l’inchiesta, e catalogata dai media fra le dame nere della sanità. Il mio camice è pulito, come quello di mio padre Carlo, medico condotto a San Felice sul Tanaro, paesino della bassa modenese, distrutto dal terremoto. Anche la mia casa natale è crollata e uno dei miei fratelli ha vissuto in roulotte”.

Adesso, dopo l’assoluzione, per l’ ex primario di cardiologia assolto c’è solo la voglia di tornare al lavoro.

“Sono stata riammessa dall’Ordine dei medici e dall’università. – ha concluso – Ho perso i migliori anni della vita di una donna. Esco a testa alta e ne sono orgogliosa”.

 

 

 

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