Ecco la voce di un medico che, amareggiato per l’ennesimo episodio di cronaca verificatosi contro la classe medica, si sfoga

Finalmente dopo diversi anni abbiamo una sentenza conclusiva sulla vicenda della prof.ssa Modena, accusata di ogni tipo di reato come associazione a delinquere, truffa al sistema sanitario, corruzione, abuso d’ufficio e falso (mancava solo lo stupro!) e finita agli arresti domiciliari il 9 novembre 2012 e condannata in primo grado a 4 anni e all’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici.

Prima riflessione = chi fece uscire lo scandalo? Alcuni colleghi “invidiosi” del risultato raggiunto dalla professoressa (primario e ordinario di cardiologia) che inviarono fascicoli in procura per i quali i Nas e la procura di Modena ed in particolare un singolo pubblico ministero credettero fortemente nella colpevolezza della stessa e dei “camici sporchi”.

Ora dopo diversi anni la professoressa Modena ha la seconda sentenza (dopo l’appello) favorevole: assolta in tutto e per tutto perché “il fatto non sussiste”!

Seconda riflessione = ma come, il fatto non sussiste e una persona onesta, solamente perché invidiata e osteggiata, è stata fatta oggetto di discredito nazionale, accusata e condannata in primo grado?

Terza riflessione = i colleghi invidiosi cosa pagheranno? e chi ha accusato e condannato ingiustamente cosa pagherà? Ed ancora…è degno di un paese civile istituire un processo contro decine di persone (con costi molto alti per la collettività) sulla base di un esposto di una onlus? Per fare un esempio: chiunque stesse leggendo sappia che se domani mattina una persona che lo odiasse decidesse di presentare un esposto anonimo contro di lui che so per pedofilia, verrebbe avviata un’inchiesta e nel caso, ad esempio, che il soggetto sotto inchiesta prenda per mano la nipote e le desse un bacio potrebbe benissimo scattare un processo e una gogna mediatica… sulla base di un esposto anonimo!

Quarta riflessione = non voglio nemmeno pensare cosa possa aver provato questa professionista che ha dedicato la propria vita al lavoro e alla ricerca ad essere screditata pubblicamente, a perdere il proprio ruolo e a venir offesa su ogni tg nazionale.

Quinta riflessione = nessun tg ha dato la notizia dell’assoluzione mentre nel 2012 giornalisti di Report sono entrati nel reparto della professoressa per una inchiesta costruita ad arte contro la stessa; mentre nel 2012 tutti i tg nazionali e i giornali sparavano a zero sulla stessa

Ultima riflessione = le parole del procuratore ed il tono dello stesso vanno certamente analizzate “Il procuratore capo asserisce che questa sarebbe stata una ‘indagine sperimentale’ e che come tutte le indagini sperimentali ha fatto da apripista. È inevitabile che si paghi ‘uno scotto’ ma questa indagine è stata oggetto di studio in altri Stati. Non si deve mettere in dubbio la bontà e la correttezza del nostro lavoro”.

Non credo servano commenti ma urla di dolore che si devono levare e che invece sono nascoste nella sabbia: ma come un’indagine sperimentale?

Significa che avete condannato un’innocente sulla presunzione di un esperimento? Significa che avete distrutto una vita senza aver prove? Significa che lo scotto pagato sarebbe a senso unico?

Mentre sull’affermazione che sia oggetto di studio per altri Stati non ne dubito…infatti credo che gli altri Stati abbiano studiato come non si debba procedere e in questo il procuratore capo ha certamente ragione. Ed ancora… ma nel caso che, come chirurgo, dovessi non attenermi alle linee guida ed operare con una “sperimentazione” non suffragata da dati della Letteratura e avessi complicanze sarei giudicato colpevole o mi sarebbe concessa la buona fede del mio lavoro?

Credo poi che sarebbe stato quantomeno nobile un gesto da parte del pm e del procuratore capo nell’affermare il loro personale dispiacere per un’inchiesta giudicata da giudici (in appello e Cassazione) errata e basata su calunnie di un esposto di una onlus? Ed invece… chiedo a chiunque ne abbia desiderio di ascoltare le affermazioni ed il tono delle interviste.

Ed allora preso spunto da questa vicenda che mi addolora profondamente come uomo, come clinico e come professionista e ribadita la mia assoluta vicinanza di cuore alla professoressa Modena mi accorgo che sono passati quasi 3 anni dalla mia “lettera aperta” e, come volevasi dimostrare, nessuno delle istituzioni mi ha mai contattato per chiedere lumi, fare osservazioni, prevedere soluzioni.

Il tempo trascorre e, a breve ci saranno le elezioni politiche di questo paese che, nonostante le sue pecche e i suoi innegabili problemi, continuo ad amare in modo incondizionato.

Già …le elezioni.

Sento parlare di problemi importanti, di pensioni, di flax tax, di Europa, di irap, di lavoro giovanile… e, ne sono certo, tra poco mi toccherà sentir utilizzare la parola magica, quella che, come il prezzemolo, va su tutto e si usa sempre… meritocrazia!

Peccato che più sei meritevole in questo paese e maggiore è l‘invidia contro di te.

E allora, poiché il tempo trascorre inesorabile mi sono riproposto l’ennesima (probabilmente inutile) riflessione; non ho sentito NESSUNO parlare di sanità ma soprattutto non ho sentito NESSUNO urlare che la professionalità, l’impegno e la costanza dei chirurghi italiani merita ben altro trattamento da quello a noi riservato.

Abbiamo creduto o ci hanno fatto credere che la legge dell’on. Gelli potesse aiutare il rapporto “medico-paziente” ma ancora una volta si è proceduto ad un tentativo all’ “Italiana” di una legge stravolta dal passaggio tra Camera e Senato. Ancora una volta, in riferimento al politicamente corretto, al “volemose bene”, al “non scontentiamo il pensiero del popolo”, non si è avuto il coraggio di tutelare l’eccellenza italiana.

Ah dimenticavo… sempre in questa campagna sento parlare della fuga dei cervelli… posto che a mio avviso sarebbe stato meglio accorgersene un po’ prima, ma vogliamo chiederci cosa offre questo paese ai giovani chirurghi pieni di passione e di sacro fuoco per il lavoro più bello del mondo?

Me lo chiedo ogni giorno che il tempo fa trascorrere… me lo chiedo in sala operatoria quando cerco di trasmettere la mia passione e la mia esperienza, me lo chiedo durante il giro malati quando cerco di ricordare a tutti che il volto di chi è allettato è simile a quello del padre o della madre, me lo chiedo quando qualcuno mi chiede di inseguire un sogno chirurgico e mi ci rivedo giovane pieno di speranze e di promesse.

E rifletto… cosa darà mai questo paese, questa classe politica che si dibatte per le imminenti elezioni? Cosa darà a quel ragazzo/a che mi chiede lumi sul proprio futuro? Che mi chiede di aiutarlo a perseguire un sogno?

Cosa dirò a quel ragazzo? Debbo raccontargli la verità su uno stipendio ridicolo per un lavoro improntato a notti, a festivi, a impegno costante e responsabilità altissima, la verità sul rischio elevato e quotidiano di cause inique e ingiuste fatte a scopo monetario, la verità sul rispetto che gli verrà negato da parenti di pazienti, da associazioni di malati, da avvocati azzeccagarbugli?

Dovrò raccontargli dell’invidia di chi osserverà la sua crescita professionale dovuta a sacrifici e impegno che altri non hanno mai mostrato, trionfi solamente nel bearsi di sentirsi chiamare “dottore”? Un’invidia che lo vedrà barcollante, piangente, attaccato, umiliato ingiustamente ? Talvolta oggetto di inchieste giudiziarie spinte spesso proprio dagli invidiosi?

O forse dovrò raccontargli di quanto meraviglioso e appagante sia dare un senso al proprio cammino regalando la propria esistenza, l’intera propria vita alla magia della chirurgia?

Gli dovrò raccontare quanto accresca il proprio esistere, e quanto lo possa rendere importante il sorriso di un paziente che ti gratifica con un grazie!

Come sempre io so benissimo cosa dirò a quel ragazzo:

“cammina sempre a testa alta, vivi di passione la tua esistenza, scegli il maestro che ti sappia guidare nella crescita professionale e umana, abbi grandi sogni giacché i mediocri hanno piccoli sogni e sappi che il sogno più grande che tu possa avere è quello di essere un CHIRURGO! Sappi che avrai la fortuna di realizzare il disegno scritto per te e che ogni giorno, anche in quello triste per la morte di un paziente o per l’invidia strisciante, tu sarai sempre fiero del tuo cuore, della tua mente, perché sempre osserverai le tue mani che ti ricorderanno in ogni istante della tua vita ciò che sei e sempre sarai: un CHIRURGO!

 

Prof. Marco A. Zappa

Direttore Dipartimento di chirurgia generale e d’urgenza

Ospedale Fatebenefratelli Erba

 

 

 

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