Una donna ha chiesto la condanna dell’Asp di Agrigento al pagamento di un risarcimento da quasi 300 mila euro per la perforazione dell’intestino cieco durante un esame medico.

Ritrovarsi l’ intestino bucato in seguito a un esame in ospedale. E’ quando accaduto a una donna agrigentina lo scorso anno: un presunto errore medico che riporta la sanità siciliana sotto i riflettori.

La perforazione si è verificata il 9 agosto 2017 durante un esame strumentale per la quale, adesso, la donna ha chiesto un maxi risarcimento all’Asp di Agrigento.

La paziente ha infatti citato in giudizio l’azienda sanitaria provinciale della città dei Templi con delle richieste ben precise. Ovvero, quella di condannare l’Asp al pagamento del danno biologico quantificato in 272.339 euro.

La richiesta di risarcimento per l’ intestino bucato, danno medico verificatosi durante un esame in ospedale, si aggiunge a un’altra istanza analoga che l’Asp agrigentina dovrà affrontare a breve.

Il prossimo 21 maggio l’Azienda sanitaria comparirà davanti al tribunale per il caso di un’altra donna. Quest’ultima, infatti, chiede il risarcimento dei danni subiti  per un altro presunto errore medico. I danni sono stati quantificati in 454.341 euro.

L’avvocato Domenico Schembri, per conto della sua assistita che ha riportato la perforazione dell’intestino, aveva inoltrato un’istanza di risarcimento danni.

Istanza che è stata inviata “per responsabilità da colpa medica consequenziale al ritenuto errato esame strumentale, effettuato il 9 agosto del 2017 all’unità operativa di Chirurgia del presidio ospedaliero di Agrigento”.

Un errore “che avrebbe cagionato la perforazione dell’intestino cieco con conseguente applicazione di un ano preternaturale”.

Pertanto, l’Asp è stata ora citata all’udienza del prossimo 20 luglio davanti al tribunale di Agrigento.

Atto finalizzato ad “accertare e dichiarare la responsabilità dei sanitari nella causazione del danno subito e per ottenere la condanna al pagamento del danno biologico che è stato quantificato in complessivi 272.339 euro”.

Quanto all’Asp siciliana, questa ha deciso di costituirsi in giudizio. L’incarico di difesa è stato affidato all’avvocato Antonino Noto.

E sempre in giudizio, l’Asp ha deciso di costituirsi per l’altra richiesta di risarcimento danni. Quella da 454.341 euro, avanzata dall’altra ex paziente.

Per questo secondo caso, una donna ha inoltrato istanza per ottenere il risarcimento del danno “per responsabilità da colpa medica consequenziale alle errate cure dai sanitari del reparto di Chirurgia generale del presidio ospedaliero di Canicattì durante i due giorni di degenza quando la donna è stata sottoposta a intervento chirurgico di tiroidectomia”.

 

 

 

 

 

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