La Regione Veneto, tramite lo stanziamento di 1 milione di euro per il 2018, dà operatività alla legge sull’ invecchiamento attivo nata lo scorso anno.
La Regione Veneto ha deciso di stanziare 1 milione di euro approvando il “Piano triennale per la promozione e la valorizzazione dell’ invecchiamento attivo”.
Ma di cosa si tratta esattamente?
Il Piano sull’ invecchiamento attivo – che prende le mosse dalla legge omonima del 2017 – adotta un approccio trasversale, multidisciplinare e partecipativo nella creazione di un progetto che, prendendo atto del trend demografico, dovrebbe intervenire con politiche atte a favorire la salute, il benessere, l’autonomia e la vita sociale della popolazione adulta e anziana.
Una questione, questa, molto sentita in Veneto.
Nella regione, infatti, gli over 60 superano il milione e nel 2060 il numero di anziani aumenterà del 50%. Non solo: 1/3 delle famiglie venete è composto da una sola persona, e metà di queste sono anziani over 64 anni, in prevalenza donne.
I sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp del Veneto, insieme alle associazioni di volontariato loro collegate Auser, Anteas e Ada hanno collaborato in modo fattivo alla concertazione. E questo è avvenuto proprio perché vogliono essere in prima linea nel progetto, fin dalle sue prime fasi.
A breve, infatti, avrà inizio la fase operativa con i bandi che la Regione aprirà.
Nello specifico, i sindacati dei pensionati intendono vigilare su alcuni punti fondamentali.
In primis, in merito alle risorse da incrementare e rendere strutturali. In tal senso, il milione di euro stanziato per l’ invecchiamento attivo è ritenuto un buon punto di avvio, sebbene diviso per 7 province.
Un altro punto importante è costituito dai bandi, che devono essere finalizzati alla coprogettazione di più soggetti.
I sindacati dei pensionati ritengono importante che “nell’emanazione dei bandi si dia la possibilità di partecipare a più soggetti insieme, per evitare che le risorse vengano attribuite a poche realtà, scongiurando così il rischio che si verifichino situazioni di tipo monopolistico”.
Ancora, i sindacati hanno puntato molto sulla distribuzione territoriale capillare dei progetti, oltre a una valorizzazione delle attività pre-esistenti.
Molte infatti, appartenenti al terzo settore, erano attive sul tema dell’invecchiamento ben prima della legge regionale 23/2017.
In tal senso, il suggerimento di Spi, Fnp e Uilp, e soprattutto di Auser, Anteas e Ada, è che si parta nella progettualità dal loro bagaglio consolidato di esperienze.
Infine, l’auspicio dei sindacati è quello della trasparenza. Si è chiesto infatti che la Consulta regionale operi una attività di monitoraggio continua sull’attuazione degli interventi.
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