La Consulta ha rilevato l’incompatibilità di due membri della Commissione deputata a valutare i ricorsi dei camici bianchi contro i provvedimenti disciplinari dei rispettivi Ordini

La composizione della Cceps (Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie) – l’organo del Ministero della Salute istituito nel 1946 e preposto all’esame dei ricorsi presentati dai professionisti sanitari contro i provvedimenti dei rispettivi Ordini e Collegi professionali in determinate materie – è incostituzionale.

Lo sancisce la sentenza n. 215 della Consulta dello scorso 7 ottobre, destinata a rivoluzionare il sistema di giustizia disciplinare e amministrativa dei medici. I giudici costituzionali ne hanno infatti rilevato l’incompatibilità con l’equo processo in quanto due dei suoi membri, nello specifico un dirigente amministrativo e uno di seconda fascia, sono di fatto la controparte del sanitario giudicato e pertanto non sono indipendenti e imparziali.

I due commissari sono designati dal Ministero della Salute e inquadrati presso lo stesso Ministero come status economico e giuridico, oltre a rimanere soggetti disciplinarmente all’autorità governativa che li designa nella Commissione, circostanza che li priva della garanzia di essere giudici inamovibili. L’assenza di criteri sulle competenze per la loro selezione, oltre al fatto che la conferma del loro mandato dipenda dall’autorità governativa, producono inoltre una eccessiva discrezionalità.

La sentenza muove dal caso di un dentista libanese, che l’Ordine provinciale dei Medici di Milano aveva rifiutato di iscrivere all’Albo per via del mancato riconoscimento della trasponibilità della laurea conseguita in Siria. La Consulta era stata investita della questione dalla II sezione civile della Cassazione che, a gennaio 2015, aveva ribaltato un precedente orientamento  valorizzando la giurisprudenza della Corte di Strasburgo sull’articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Gli scenari che si aprono in seguito alla decisione della Corte Costituzionale sono incerti. Gli attuali procedimenti aperti rimarranno presumibilmente congelati in attesa di una riforma più volte auspicata nel recente passato, ma finora mai realizzata.

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